“Il Governo ritiene necessario rafforzare la spinta ad uscire dalla crisi attraverso tutti gli strumenti a disposizione: dalla campagna di vaccinazione all’impulso alla ricerca medica e al rafforzamento del sistema sanitario nazionale. In campo economico, dai sostegni e ristori al rilancio degli investimenti e dello sviluppo con il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dal Next Generation EU (NGEU) e da ulteriori risorse nazionali”. Lo scrive il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, nella premessa al Documento di Economia e Finanza 2021 (DEF), approvato dal Consiglio dei ministri del 15 aprile.
Nel mese di marzo, utilizzando il margine di 32 miliardi di euro richiesto dal precedente esecutivo, il Governo ha approvato un decreto-legge con un ampio articolato di misure destinate a imprese e lavoratori, oltre che ai settori più colpiti dalle restrizioni dovute all’emergenza. Per completare e rafforzare il quadro delle misure già adottate, contestualmente all’approvazione del Documento di Economia e Finanza, viene chiesto al Parlamento di autorizzare un ulteriore scostamento dagli obiettivi di bilancio per 40 miliardi di euro, destinati a interventi immediati di sostegno e rilancio che dovranno anticipare e preparare la ripresa economica e sociale. Il nuovo decreto verrà adottato nei prossimi giorni e proseguirà nell’azione di sostegno a favore dei lavoratori e delle famiglie più fragili; rafforzerà le misure destinate a lavoratori autonomi e piccole imprese; interverrà con ulteriori misure di sostegno al sistema produttivo. Con questo intervento, gli strumenti finanziari a favore di imprese e famiglie nei primi mesi del 2021 raggiungeranno il 4 per cento del Pil, a fronte del 6,6 per cento registrato nel corso dell’intero anno passato.
Nelle attese del Governo dovrebbe essere l’ultimo intervento di tale portata, anche per effetto di una favorevole evoluzione della situazione epidemiologica e di un andamento dei dati economici in progressivo miglioramento. Resta comunque l’impegno a sostenere l’economia e il sistema sociale per tutto il tempo che sarà necessario, se ne ricorreranno le condizioni.
Fondamentale nella strategia di uscita dalla crisi e di ritorno allo sviluppo sarà il forte impulso agli investimenti pubblici del piano da circa 222 miliardi di euro per il periodo 2021-2026, di cui circa 169 aggiuntivi rispetto alla programmazione esistente. Per attuare questo piano sarà necessario semplificare la normativa sulle opere pubbliche e dotare le amministrazioni coinvolte delle necessarie capacità progettuali e manageriali. Quest’anno il DEF non contiene il consueto Programma Nazionale di Riforma (PNR): in coerenza con l’articolo 18, paragrafo 3 del Regolamento UE n. 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, e tenuto conto dell’impatto, in termini di portata riformatrice sull’intero sistema economico e sociale, legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dal Next Generation EU sarà solo quest’ultimo ad essere trasmesso entro la fine del mese di aprile. Nello scenario programmatico contenuto nel DEF, già l’anno prossimo, il Pil potrebbe avvicinarsi al livello del 2019. Infatti, dopo la caduta dell’8,9% registrata nel 2020, il Pil recupererebbe il 4,5 per cento nell’anno in corso e il 4,8 per cento nel 2022, per poi crescere del 2,6 per cento nel 2023 e dell’1,8 per cento nel 2024.
Le previsioni macroeconomiche del presente documento riflettono solo in parte l’ambizione della politica di rilancio che il Governo intende seguire, anche per via della natura prudenziale che tali previsioni debbono avere in base alle regole di bilancio. In questo quadro di rilancio del Paese non va tuttavia dimenticato l’equilibrio dei conti pubblici. Includendo l’intervento in corso di preparazione, la previsione di deficit della PA per quest’anno raggiunge l’11,8 per cento del Pil. Si tratta di un livello evidentemente elevato, ma dovuto principalmente a misure di natura temporanea e straordinaria, nonché alla flessione del Pil. Il rapporto tra deficit e Pil tenderà a rientrare nel percorso di convergenza dei prossimi anni per effetto della ripresa dell’attività produttiva e del conseguente miglioramento del quadro economico complessivo.
Il rapporto debito e PIL, secondo le previsioni, salirà a quasi il 160 per cento a fine 2021, per poi ridiscendere di circa 7 punti percentuali nel triennio successivo. Nelle premesse del documento si chiarisce che “sebbene il Governo condivida l’opinione che le regole fiscali europee debbano essere riviste allo scopo di promuovere maggiormente la crescita e la spesa per investimenti pubblici, la riduzione del rapporto debito/Pil rimarrà la bussola della politica finanziaria del governo”. Il percorso di riduzione del debito rifletterà il progressivo miglioramento dei saldi di bilancio e beneficerà della maggiore crescita economica indotta dall’attuazione del Piano di ripresa e resilienza incentrato sulle riforme e sugli investimenti, nonché dal programma di investimenti aggiuntivi che il Governo ha deciso di finanziare fino al 2033.
Fonte: Mef