Alle pendici meridionali della catena del Gran Sasso, su un dosso calcareo che chiude a Nord-Ovest la Valle del Tirino, si adagia l’antico borgo fortificato di Castelvecchio Calvisio. Osservandolo dall’alto risalta la sua forma ovoidale che ricorda un carapace con una struttura architettonica particolare e caratteristica dei borghi fortificati, Castelvecchio Calvisio (L’Aquila) è arroccato su un colle di cui segue la morfologia, ed il suo centro storico è testimone della storia antica. Le ripide scale su arco a collo d’oca presenti su ogni abitazione si si assottigliano gradualmente alla base per permettere il passaggio degli animali da soma. Il paese è immerso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Le prime notizie del borgo risalgono all’epoca della caduta dell’impero romano (475 D.C.), quando il paese prende l’attuale forma e vengono gettate le basi per il suo sviluppo. L’attuale forma a testuggine (Foto 1) si consolida definitivamente intorno all’anno mille quando, per una maggior sicurezza contro scorrerie e incursioni, i centri abitati si compattano e si circondano di mura o di case-mura con porte di accesso che venivano chiuse la sera o in caso di pericolo.
Le case sono addossate le une alle altre e divise da strettissimi vicoli di accesso, che vanno ad intersecare in perpendicolare la strada principale scavalcandola con archi.
Per questa caratteristica la via principale è stata fin dall’antichità chiamata “Via degli Archi Romani”. La strada principale è caratterizzata da una sequenza continua di archi che, probabilmente, costituivano nell’insieme una galleria che agevolava il percorso nei mesi invernali. Altra caratteristica architettonica originale sono le ripide scale esterne costituite da gradini che sporgono dalle pareti come mensole, dette barbacani. Soluzione questa che ha permesso l’utilizzo al meglio dell’angusto spazio degli stretti vicoli e dividendo le case in due livelli dove quelli superiori erano adibiti ad abitazione e quello a piano terra era usato come stalla o spazio artigianale.
Tutto il centro storico, salvo qualche raro caso di demolizione e ricostruzione, è da far risalire al periodo che va dal 400 al 1200 D.C.
Molto interessante la chiesa di San Giovanni Battista, dal campanile a vela con cinque aperture, che in alcuni particolari architettonici ancora presenti svela la sua originaria funzione di palazzo fortificato. Poco distante dal paese verso la vicina Carapelle Calvisio, la chiesa di San Cipriano dall’originale campanile che fu per molto tempo la chiesa parrocchiale del paese, poi abbandonata per l’eccessiva distanza. Pare che fosse stata edificata su un preesistente tempio dedicato a Venere.
Le associazioni che si sono occupate finora di iniziative sociali sono il Centro sociale Armonia e la Pro Loco, oltre naturalmente alla amministrazione comunale. E tra le varie iniziative vi sono quelle dedicate alla cicerchia, il prodotto tipico di Castelvecchio Calvisio, un legume che necessita di poca acqua per il suo sviluppo, oltre al grano di Solina, le patate, le mandorle, e l’olio: colture che possono godere delle diverse altitudini della zona.
Per lo sviluppo turistico del borgo, un progetto di recente finanziamento prevede l’apposizione di nuova segnaletica e il ripristino dei sentieri in natura, per far conoscere in tutta sicurezza il territorio ai turisti che potranno essere così accolti da un centro informativo, e accompagnati da una guida turistica alla scoperta del borgo e delle sue ricette gastronomiche che lo caratterizzano, sino a pernottare nelle strutture ricettive e godere di un pacchetto turistico completo.
Un altro progetto di valorizzazione, denominato Montagna incantata, è dedicato ai più piccoli e suddiviso per tappe, con un parco fiaba e giochi interattivi ispirati alle favole di Esopo e agli animali del bosco; lungo il percorso si potrà, inoltre, assistere alla ricostruzione di una giornata tipo del popolo italico; la eco caratterizzante la vallata di Valle pagana si presterà ad un teatro all’aperto e ad un labirinto che riproduca la pianta del paese; infine, sulla sommità ci saranno la casetta di Heidi e la fattoria, e i rifugi presenti saranno utilizzati come laboratori della tradizione culinaria. Tutte le tappe saranno collegate da un servizio navetta.