Un piano da 2,5 miliardi per portare la fibra ottica in 224 città. Più nel dettaglio per cablare 7,5 milioni di case. Enel spinge l’acceleratore sulla banda ultralarga e presenta ufficialmente il progetto che sarà portato avantoi da Enel Open Fiber (Eof), la società creata ad hoc a dicembre scorso e capitanata da Tommaso Pompei per realizzare e gestire infrastrutture in fibra ottica. Il piano strategico – esaminato e condiviso dal Cda di Enel riunitosi ieri sotto la presidenza di Patrizia Grieco per l’approvazione dei conti 2015- vedrà l’azienda impegnata in una roadmap a “tappe” che coinvolgerà le aree A e B, ossia quelle nere ad alta appetibilità di mercato.
Si tratta sostanzialmente, delle stesse aree oggetto dell’interesse di Telecom Italia, che ha presentato all’Agcom un piano di copertura di 250 città che coinvolge anche Metroweb, anch’essa controllata pubblica attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Le due società sono in attesa del via libera dell’Autorità. Entro il primo trimestre 2018 il piano industriale di Telecom Italia, la cui rete raggiunge 24 milioni di unità immobiliari, prevede la copertura 100 città in FTTH con una percentuale pari ad almeno il 50% di ogni città (complessivamente l’8% della popolazione).
Il piano di Enel Open Fiber, la società costituita a dicembre per realizzare e gestire la rete in fibra ottica del gruppo, è stato approvato ieri dal Cda. In particolare, si precisa che “Enel Open Fiber agirà come operatore wholesale only, ossia come soggetto operante esclusivamente nel mercato all’ingrosso, che realizza l’infrastruttura per altri operatori autorizzati”.
Enel Open Fiber realizzerà quindi “attraverso diverse fasi da rilasciare in sequenza la rete di telecomunicazioni in fibra ottica in 224 città italiane” fino a casa del cliente in modalità FTTH. “Nell’ambito dei primi anni del piano, è prevista la copertura di 7,5 milioni di case”, si legge nella nota, che non precisa la durata del piano stesso e nemmeno la percentuale di popolazione che sarà raggiunta, in rapporto alle 94 mila aree (bianche, nere e grigie) in cui è stato suddiviso il territorio nazionale da Infratel.
Per i Cluster C e D, le aree a fallimento di mercato, bisognerà attendere le gare di infratel, come sottolineato anche dell’ad Starace in occasione della sua audizione in Senato del 16 marzo. Ma a questo proposito Starace ha aggiunto oggi in conference call che nelle aree a fallimento di mercato (C e D), Enel Open Fiber parteciperà alle gare per la gestione del servizio, una volta che le gare saranno indette. “Enel Open Fiber non investirà un euro nella realizzazione della infrastruttura (nelle aree C e D) ma parteciperà alle gare per la gestione, lo sviluppo e la manutenzione della rete in fibra”.