L’Istat ha pubblicato una panoramica sull’andamento dell’economia italiana ricavata dai dati del mese di Gennaio 2023; Il Pil italiano, in base a una stima preliminare, ha segnato negli ultimi 3 mesi dello scorso anno la prima variazione congiunturale negativa dopo 7 trimestri di crescita; il Pil corretto per gli effetti di calendario, nel 2022, è aumentato del 3,9%, mostrando una dinamica superiore a quella della media dei paesi europei. L’indice della produzione industriale nonostante il recupero congiunturale di dicembre (+1,6%), nel IV° trimestre è diminuito dello 0,9% rispetto ai 3 mesi precedenti.
A novembre, il settore delle Costruzioni ha mostrato un incremento (+0,5%) che ha compensato il calo di ottobre (-1%); su base trimestrale, l’indice ha segnato un aumento del +1,4% tra settembre e novembe, rispetto al trimestre precedente, e nei primi 11 mesi del 2022 l’indicatore corretto per gli effetti di calendario è cresciuto del 12,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A dicembre, il Mercato del lavoro ha proseguito la tendenza al miglioramento, il tasso di occupazione è salito al 60%; il tasso di disoccupazione è rimasto al 7%.
A gennaio l’Inflazione al consumo è rallentata; il differenziale dell’indice dei prezzi al consumo tra l’Italia e l’area euro è diminuito rispetto a dicembre e la fiducia dei consumatori e delle imprese ha evidenziato valori differenti quella dei consumatori ha segnato un peggioramento, mentre quella delle imprese è aumentata per il 3° mese consecutivo.
Questi i dati salienti del Report, ma entrando nello specifico rileviamo che nel periodo ottobre-dicembre, tra i raggruppamenti principali di industrie, solo i beni strumentali sono cresciuti (+2,5%) mentre il settore dell’energia ha registrato un calo (-6,0%); le variazioni negative dei beni di consumo e intermedi sono state contenute (-1,9% e -0,9%) e ancora i dati relativi al Commercio extra Ue segnalano a dicembre un calo delle importazioni a cui si è accompagnata una flessione delle esportazioni; tuttavia, negli ultimi mesi del 2022 la dinamica è tornata positiva. A gennaio, il clima di fiducia delle imprese è aumentato per il 3° mese consecutivo l’indice è migliorato in tutti i comparti a eccezione del Commercio al dettaglio, i servizi di mercato e le costruzioni hanno registrato gli incrementi più marcati; nella manifattura l’incremento è stato contenuto.
Se passiamo ai dati sulle Famiglie e sul mercato del lavoro: a dicembre, il tasso di occupazione è salito al 60% (+0,1 punti) quello di inattività si è ridotto al 34% (-0,1 punti percentuali); il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 7,8%, il recupero dell’occupazione si è inoltre associato ad alcuni aspetti qualitativi: la crescita dell’occupazione (+37mila unità) è stata il risultato dell’aumento dei dipendenti permanenti (+0,2%) e degli autonomi (+0,7%) in contrapposizione al calo dei dipendenti a termine (-1,1%); il miglioramento ha riguardato entrambi i generi (+0,1% per gli uomini e +0.2% per le donne) e le classi di età a eccezione della fascia 25-34 anni che ha registrato un calo (-0,4%). Nel settore delle Vendite al dettaglio a dicembre si stima una diminuzione (-0,2% in valore e -0,7% in volume), nel complesso i volumi delle vendite sono diminuiti (-0,8%) a causa del calo dei beni alimentari (-4,2%) non compensato dall’aumento dei prodotti non alimentari (+1,9%). Nei prossimi mesi, le attese per l’Occupazione da parte delle imprese segnalano un miglioramento nelle costruzioni e nei servizi, mentre nella manifattura si prevede un peggioramento; inoltre, sebbene il clima di fiducia dei consumatori abbia mostrato a gennaio un peggioramento che ha interessato le opinioni sulla situazione personale, le attese sulla disoccupazione sono favorevoli.
Infine un excursus sui Prezzi: a gennaio, la variazione dell’indice per l’intera collettività (NIC) è risultata pari a 10% dal 11,6% di dicembre, il rallentamento è stato dovuto ai prezzi dei beni energetici che hanno registrato una variazione negativa (-10,9% da +70,2% di dicembre) da marzo 2021; il dato sconta la flessione del prezzo del gas che è stata recepita dall’autorità rimodulando le tariffe per la fascia di maggior tutela, in misura più lieve è rallentata la componente dei prezzi dei beni non regolamentati (+59% da +63%), che include le decisioni di policy sulle accise dei carburanti.
Fonte: ISTAT