Appresa la notizia dell’iscrizione dei portici nella World Heritage List dell’Unesco, il sindaco Virginio Merola ha dichiarato quanto segue:
“L’iscrizione dei portici di Bologna tra i siti patrimonio dell’umanità UNESCO è il raggiungimento di un obiettivo da tempo perseguito ed è il riconoscimento del grande lavoro di questi anni portato avanti dalla vicesindaca Valentina Orioli e da tutta la struttura che ha dedicato a questa causa passione, competenza e capacità di relazione.
Un grande ringraziamento al Ministero della Cultura, al ministro Dario Franceschini e alla sottosegretaria Lucia Borgonzoni, al Ministero degli Esteri col consigliere Paolo Bartorelli e all’Ambasciatore d’Italia presso l’Unesco Massimo Riccardo.
Questo titolo rappresenta un grande onore e una grande responsabilità per Bologna, saremo all’altezza di questo riconoscimento”.
Il portico, in quanto elemento adottato da secoli in tutto il mondo, a Bologna trova la sua più completa rappresentazione: dal XII secolo ad oggi viene riproposto nei suoi edifici, diventando l’elemento caratterizzante del tessuto urbano.
La candidatura ha proposto le 12 componenti collocate in aree sia centrali sia periferiche della città che rappresentano l’esito straordinario di un sistema di regole urbane che hanno favorito la realizzazione di una tipologia architettonica che si è declinata in maniera differente nella città di Bologna nel corso di 9 secoli.
Già lo statuto comunale del 1288 prescriveva che nessun nuovo edificio doveva essere privo di portico, e specificava che questi dovevano essere alti almeno 7 piedi bolognesi (2,66 metri), in modo da permettere il transito di un uomo a cavallo con cappello in testa. Identica anche la larghezza minima.
L’aspetto sociale e comunitario è ciò che contraddistingue questi spazi coperti, che nascono e rimangono tuttora di proprietà privata ad uso pubblico. Per questi motivi la comunità, ma anche i visitatori di Bologna, si sono sempre riconosciuti e riconoscono tutt’oggi l’elemento porticato come identificativo della città.
Sono numerosi gli architetti, pittori, scultori e artisti in generale di passaggio a Bologna, per studio o piacere, che hanno lavorato sui portici e vissuto al loro interno, portando questo elemento altrove in Italia e nel mondo, in ogni epoca storica.
Interessanti i commenti sui portici di Bologna che i viaggiatori del Grand Tour d’Italie hanno lasciato nei secoli sui loro taccuini di viaggio.