Il Consorzio Uomini di Massenzatica è una proprietà collettiva di 353 ettari in provincia di Ferrara, le cui origini risalgono al Medioevo quando l’Abate di Pomposa concesse alla popolazione il diritto di pascolo di queste terre sul Delta del Po, poco adatte alla coltivazione.
Da allora le terre sono state lavorate e bonificate e le 600 famiglie attuali hanno usufruito di una particolare forma giuridica di proprietà, né pubblica, né privata, che ha consentito una modalità di gestione che negli ultimi 20 anni è riuscita a coniugare redditi e occupazione dei Consorziati con un approccio imprenditoriale e da cui traggono il sostentamento tre piccole comunità della provincia di Ferrara nel comune di Mesola: Massenzatica, Monticelli e Italba.
Trasformato in Consorzio nel 1896, oggi è legalmente riconosciuto dalla Repubblica Italiana con L.168/2017 e costituisce un punto di riferimento per la tutela e il mantenimento del paesaggio del Delta del Po. Nel tempo, il progetto portato avanti dal Consorzio si è concentrato sulla creazione di un senso di comunità piuttosto che sul mero sviluppo individuale e ha promosso opportunità imprenditoriali e rafforzato il capitale sociale controllando le risorse idriche e combattendo l’uso intensivo del suolo.
Il progetto ha sviluppato delle pratiche agricole innovative che consentono di combattere lo spopolamento delle zone rurali e rafforzare la coesione sociale proponendo un nuovo “Patto di paesaggio”. Una forma avanzata e sicuramente sui generis di “proprietà” che si è andata sviluppando sia in termini di Efficienza con ricavi, profitti, occupazione e buona gestione dell’impresa, ma anche in termini di Efficacia tramite il consenso e la condivisione degli obiettivi aziendali da parte della comunità locale, l’occupazione del personale locale (altrimenti inoccupato per gran parte dell’anno), e di conseguenza ha rappresentato un ausilio per le fasce più deboli. Una gestione del tutto innovativa di una “comunità interna che ne serve una esterna” utilizzando parte dei terreni per rispondere agli obiettivi della comunità locale e dando in gestione ai privati una parte residua di terra, costituendo uno stimolante benchmark.
Altri fattori rilevanti del progetto sono stati la promozione del senso di comunità, ma anche la condivisione delle opportunità imprenditoriali realizzabili attraverso la pratica di un’agricoltura estensiva e rispettosa dell’ambiente, il monitoraggio permanente del livello dell’acqua e gli sforzi per combattere l’uso intensivo del suolo. Una dimostrazione che con una gestione più efficiente si raggiunge l’obiettivo di servire sia i clienti, la comunità esterna, sia i propri soci, comunità interna, stimolati dal mercato, una governance che tiene conto di una pluralità di valori in cui l’uso dei terreni e la Natura sono fattori inclusivi. Una proprietà secolare adattata alle realtà socio-economica di oggi al fine di combattere l’esodo rurale e al contempo trasmettere alle generazioni future un “paesaggio vivo e armonioso”. Riconosciuto per il suo valore, e in accordo con la Risoluzione CM / Res (2017) 18 del Comitato dei Ministri, il progetto fa parte delle best pratices della Landscape Award Alliance del Consiglio d’Europa.