L’usura sta cambiando, e il problema diventa più grave. Lancia l’allarme il Commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative contro il racket e l’usura Annapaola Porzio dalle pagine del quotidiano La Verità, come riportato in evidenza dal sito del Viminale.
La presidente del Comitato di solidarietà che gestisce il Fondo di rotazione per le vittime che denunciano analizza la nuova situazione nella nascente fase 2 della gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19, la fase della ripresa di gran parte delle attività ma anche della mancanza di liquidità dopo la fase del lockdown.
Una forma di criminalità che «dopo anni di lotta» «godeva del massimo discredito», spiega Porzio, ora cerca di vestire «i panni del benefattore», di recuperare «quell’immagine di sostituto dello Stato assente che aveva perduto».
«In questo momento l’obiettivo della criminalità non è fare soldi con l’usura», visto anche che i tassi sono simili a quelli delle banche. “L’obiettivo è riacquisire sul territorio un passaporto di affidabilità».
«Stanno riemergendo atteggiamenti che erano scomparsi. Cedere alla criminalità usuraia era diventato un disvalore», ora le cose stanno cambiando, complice la complessità del reato di usura, che fa leva su dinamiche anche psicologiche, perché «la vittima percepisce lo strozzino come colui che gli è vicino, che lo sta aiutando».
Il prefetto non nasconde le difficoltà nel competere con questa forma subdola di criminalità che si insinua nel bisogno anche, ad esempio, aiutando i disoccupati nelle procedure per l’accesso ai finanziamenti pubblici. Il che non vuol dire che la burocrazia favorisca l’usura, mette in guardia Porzio; «le regole che noi chiamiamo burocrazia sono pesanti ma servono a tutelarci».
Il fenomeno è monitorato sui territori, al di là dei numeri, che non possono essere al momento quantificati perché le denunce «sono coperte da segreto istruttorio». Ma la situazione è di allerta, visto che il Fondo di solidarietà, spiega Porzio, ha erogato quasi 5 milioni di euro nell’arco di 2 mesi. È necessario contrastare, spiega il prefetto, con una «campagna massiccia di informazione» e facendo arrivare il più rapidamente possibile le risorse alle famiglie in difficoltà per combattere un fenomeno che rialza la testa anche attraverso le mafie.
Lo conferma il procuratore aggiunto alla direzione distrettuale antimafia di Palermo Salvatore De Luca: le organizzazioni mafiose cercano di impadronirsi delle piccole e medie imprese in difficoltà, su tutto il territorio nazionale, e di accreditarsi nel tessuto sociale «attraverso forme assistenziali». Il rischio usura «è elevatissimo perché la crisi economica potrebbe essere in futuro molto più forte», la criminalità organizzata «è pronta a sfruttare la situazione».