Il nuovo governo ha come obiettivo il rilancio della crescita del Paese e l’equilibrio dei conti pubblici, impegni ambiziosi che dovranno prendere forma.
“Abbiamo approvato questo primo documento di contabilità pubblica – ha detto ieri sera in conferenza stampa il primo ministro Giuseppe Conte – che preannuncia l’impostazione della manovra: è un documento importante e voglio confermare che abbiamo sterilizzato l’aumento dell’Iva. Ma non ci accontentiamo di questo: ho chiesto al Parlamento la fiducia su 29 punti programmatici” e con la manovra il governo inizia a realizzarli”.
Arriva poi un “superbonus” per coloro che pagano con carte e bancomat nei settori più a rischio evasione. Da associare al meccanismo del “cashback” mensile su tutti i pagamenti tracciabili e da dare tutto in una volta, probabilmente all’inizio del prossimo anno (chiamato bonus della Befana). Questa una delle ipotesi allo studio in vista della manovra per incentivare la moneta elettronica.
Nella bozza della nota di aggiornamento al Def sono previsti interventi, tra nuove entrate e riduzioni di spesa, per oltre 14 miliardi di euro.
“Negli ultimi 12 mesi le previsioni di crescita del Pil hanno subito continue revisioni al ribasso – si legge nella bozza di relazione al Parlamento che accompagna la nota di aggiornamento al Def -, portandosi allo 0,1 per cento nel 2019 e allo 0,6 per cento nel 2020, a fronte rispettivamente dell’1,5 per cento e dell’1,6 per cento stimati nella Nadef 2018”. “Per quanto riguarda la proiezione del rapporto debito-Pil, partendo dal livello previsto per fine anno (135,7%) e ipotizzando proventi da dismissioni e altri introiti in conto capitale destinati al fondo di ammortamento del debito pubblico per 0,2 punti percentuali di Pil annui, il rapporto scenderebbe al 135,1 per cento nel 2020 e quindi al 133,6 per cento nel 2021 nonchè al 131,4 per cento nel 2022”.
“Le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra per il 2020 sono pari a quasi 0,8 per cento del Pil (circa 14,4 miliardi) distribuiti in 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Le restanti risorse verranno da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.