Al via un piano d’azione del Consiglio d’Europa per superare il problema dell’ingente volume di crediti deteriorati e prevenendone l’accumulo in futuro; sulla base delle iniziative messe in atto da Stati membri, autorità di vigilanza, enti creditizi e Ue, sfociate negli ultimi anni in una riduzione dei crediti deteriorati nelle diverse banche e nei vari Stati dell’Ue. Rimane molto da fare per eliminare le giacenze residue di questi crediti e prevenirne l’accumulo in futuro. L’obiettivo delle misure appena proposte è quello di consolidare, a vantaggio delle generazioni future la base su cui poggia il settore bancario europeo, dotando gli istituti di credito della solidità che consentirà loro di svolgere il ruolo indispensabile di finanziatrici dell’economia e sostenitori della crescita. Il pacchetto integra i lavori dell’Ue sui mercati dei capitali e costituisce un punto chiave verso il completamento dell’Unione bancaria, che è una delle priorità immediate per il rafforzamento della coesione economica e monetaria d’Europa.
A Bruxelles è stata inoltre presentata la seconda relazione sui progressi compiuti nella riduzione dei crediti deteriorati in Europa, che ne sottolinea una diminuzione progressiva. “Ora che l’Europa e la sua economia stanno riprendendo vigore – ha detto il vicepresidente responsabile per la Stabilità finanziaria, e l’unione dei mercati dei capitali, Valdis Dombrovskis – si deve sfruttare questo slancio per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati, compiendo quell’intervento essenziale per ridurre ulteriormente i rischi che pesano sul settore bancario europeo e rafforzarne la resilienza. Riducendo i crediti deteriorati che hanno in bilancio le banche potranno aumentare l’erogazione di prestiti alle famiglie e alle imprese. Le nostre proposte muovono dalla sensibile riduzione del rischio già realizzata negli ultimi anni e devono costituire parte integrante del completamento dell’Unione bancaria attraverso la riduzione e la condivisione del rischio.”
Il pacchetto delinea un’impostazione globale in cui si combinano interventi complementari su quattro aspetti fondamentali: assicurare che le banche accantonino fondi a copertura dei rischi insiti nei prestiti futuri che potrebbero deteriorarsi; incoraggiare lo sviluppo di mercati secondari sui quali le banche possano vendere i crediti deteriorati a soggetti attivi nella gestione dei crediti e agli investitori; agevolare il recupero crediti a complemento della proposta su insolvenza e ristrutturazione delle imprese presentata a novembre 2016; assistere gli Stati membri che lo desiderano nel processo di ristrutturazione delle banche fornendo orientamenti non vincolanti, sotto forma di schema orientativo, per l’istituzione di società di gestione di attivi o per altre misure in materia di crediti deteriorati.
Attraverso modifiche sul regolamento dei requisiti patrimoniali sono stati introdotti livelli comuni di copertura minima per i prestiti di nuova erogazione che si deteriorino, così se la banca non rispetta il livello minimo applicabile verranno operate deduzioni dai fondi suoi propri, una misura che intende evitare il rischio che manchino risorse sufficienti a coprire le perdite sui futuri non performing loans (evitandone l’accumulo). Le proposte prevedono, poi, che banca e debitore possano concordare in anticipo un meccanismo accelerato di recupero del valore dei prestiti coperti da garanzia reale. In caso di inadempienza del debitore, la banca o altro creditore garantito sarà in grado di recuperare rapidamente la garanzia del prestito senza agire per vie legali. L’escussione della garanzia in sede extragiudiziale sarà limitata esclusivamente ai prestiti erogati alle imprese ed verrà protetta da salvaguardie (escluso il credito al consumo).