Nella giorno in cui l’Onu dedica il 17 di ottobre come giornata mondiale di rifiuto della miseria, Eurostat pubblica gli ultimi dati in possesso, relativi all’annata 2016, corrispondenti al rischio povertà e all’esclusione sociale nella Comunità Europea.
Un dato diviso per nazioni e classi di persone. Un modo per capire e studiare le varie dinamiche socio – economiche esistenti nei vari territori europei. La possibilità di avere alla portata di tutti degli indicatori di sostenibilità sociale sono, oltre che necessari, importantissimi per studiare i fenomeni ed apportare i miglioramenti necessari.
Eurostat ci dice che il 26,5% delle persone, nel territorio Europeo, sotto i 18 anni di età, sono a rischio povertà, mentre per gli over 65, il dato è al 17,7%. Tale rischio aumenta nel caso in cui vi sono dei bimbi a carico; in questa circostanza, allora, la percentuale sale al 24,6%, mentre è al 22,1% senza alcuna prole. In generale, il totale della popolazione a rischio esclusione sociale è al 23,4%. I paesi che vivono questo stato di sofferenza sono principalmente quelli della penisola balcanica, mentre, come sempre, i paesi scandinavi “godono” di una classifica al top tra i 28 paesi dell’Europa.
In questi dati, è bene dirlo, mancano quelli relativi all’Italia, all’Irlanda, all’Islanda e al Lussemburgo in quanto non ancora pervenuti.
Nell’Europa a libera circolazione ci interessa far notare che un terzo degli europei (il 31,1%) è impossibilitato a fare una settimana di vacanza. Questo particolare dato ed altri ancora sono contenuti nello studio che Eurostat ha pubblicato in questi giorni in concomitanza della Giornata Mondiale di rifiuto della miseria nel mondo.
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