“A fine 2016 le imprese straniere sono 571 mila, con una crescita del 25,8% sul 2011. Una performance nettamente migliore di quella registrata delle imprese italiane, che negli ultimi sei anni sono calate del 2,7%. Andando avanti con questi ritmi, le imprese straniere passeranno dalle 571 mila del 2016 a oltre 710 mila nel 2021”.
È quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Confesercenti ‘Gli stranieri e le attività economiche’ in cui, oltre ad alcune avanzate perplessità su presunte irregolarità e pratiche di concorrenza sleale che favorirebbero la crescita delle attività condotte da stranieri, si evidenziano numeri, andamenti e volumi interessanti, specchio di un tessuto economico e sociale che sta cambiando.
Innanzitutto nelle grandi città e nelle città d’arte, dove oltre un quinto degli imprenditori non italiani (il 22,5%) si concentra, tra Roma, Milano, Napoli, Palermo, Bologna, Firenze e Torino. Roma la capitale indiscussa dell’imprenditoria straniera, con oltre 48.413 attività non italiane, cresciute di un impressionante 165% negli ultimi sei anni. Seguono Milano (33.496) e Torino (16.660), con Firenze che registra il tasso maggiore di stranieri, il 17,3% del totale, che significa 7.684 imprese.
L’imprenditoria straniera va, dunque, in controtendenza: mentre gli imprenditori italiani continuano ancora a scontare gli effetti della crisi, le attività condotte da persone nate fuori dall’Italia non smettono di aumentare. Al primo posto il commercio su aree pubbliche: gli ambulanti stranieri sono circa 107.300, il 53,5% del totale. A livello macro, i settori con una quota maggiore di imprenditori di nazionalità non italiana sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio (206.767 imprese), seguito dall’edilizia (130.567 imprese) e da alloggio e ristorazione (43.683).
Gli imprenditori stranieri hanno un peso fortissimo nei minimarket e negli empori, dove arrivano anche a superare i due terzi del totale. Per quanto riguarda i minimarket (sono 7 mila le imprese di questo tipo gestite da stranieri), se in grandi città del Sud come Napoli o Bari il fenomeno appare contenuto (6-7% delle imprese, la media Italia è 13,5%), in centri come Bologna si arriva a più di due terzi del totale (67,1%). Il Bangladesh è il paese che concentra più imprenditori (quasi un quarto del totale, 22,7%). Anche tra gli empori il 36,3% delle imprese sono straniere, ma a Bologna, Genova e Milano si arriva a 66,0%, 64,9% e 63,2%. In questo caso i cinesi rappresentano il 74,4% di tutta l’imprenditoria straniera, detenendo in pratica il monopolio per questa tipologia di attività. Tra i fenomeni ’emergenti’, invece, si segnalano i centri massaggi, cresciuti dell’89,5% rispetto al 2011, e che oggi sono per il 27,9% appannaggio di imprese stranieri. Ma anche gli autolavaggi sono un fenomeno, vista la crescita del +105,8% rispetto al 2011: oggi il 17,2% delle imprese è gestito da stranieri, ma a Roma si arriva al 74,1% (a Palermo è il 2,9%).