Sarebbero pronti circa cinquanta mila euro di finanziamenti, provenienti dall’unione europea, per i lavori di completamento del restauro del sito archeologico e patrimonio mondiale dell’Unesco di Pompei.
Stando a quanto riportato dall’agenzia Ansa la Commissione Ue, certificando ufficialmente la decisione già presa negli scorsi mesi di far slittare il completamento del ‘grande progetto Pompei’ dal periodo di programmazione 2007-2013 all’attuale 2014-2020, per rimediare ai ritardi accumulati durante i lavori.
Importanti gli investimenti necessari sin qui e quelli che in futuro ancora riguarderanno i meravigliosi scavi di Pompei. L’intero progetto varrebbe circa 1005 milioni di euro, 80 di questi provenienti dal europeo di sviluppo regionale, il resto dal cofinanziamento del nostro paese.
Entro il 2016 l’Ue era riuscita a sborsarne circa 30 su un totale di 40 spesi a Pompei. Con la decisione di oggi Bruxelles certifica la volontà di portare a termine il progetto stanziando i 50 milioni (su 65) necessari per farlo. Il pacchetto d’investimenti finanzierà sia il consolidamento delle strutture e degli antichi edifici, sia la realizzazione di un sistema di canalizzazione e drenaggio delle acque e di altre opere di restauro e miglioramento, nonché la formazione del personale.
La Commissione prevede che i lavori termineranno nel 2018. Investendo a Pompei “diamo il nostro contributo allo sviluppo economico della Campania, promuovendo il turismo e l’imprenditorialità”, ha dichiarato la commissaria per la Politica regionale Corina Cretu, che a febbraio ha visitato il sito.
Negli ultimi mesi tante opere sono state restaurate e riaperte al pubblico. Le ultime due, in ordine di tempo, solo un mese fa sono state la Casa di Sirico e la Casa dell’orso ferito, aperte al pubblico dopo essere state sottoposte a lavori di restauro.
La prima fu scavata nella seconda metà dell’800, all’interno furono trovati i resti di un gruppetto di fuggiaschi sui quali, per la prima volta fu eseguita la tecnica di colare del gesso liquido nell’impronta lasciata dai morti, coperti dal flusso piroclastico del Vesuvio. Tre dei calchi sono esposti nella Casa di Sirico.
La Casa dell’Orso ferito prende il nome dal mosaico posto nel corridoio di accesso che raffigura proprio un esemplare di questo animale ferito da un’asta. La piccola domus é ricca di ornamenti, in particolare quelli pavimentali.