L’itinerario della via Francigena si appresta a riacquistare la sua centralità donando ai viaggiatori le proprie particolarità storico-culturali, ambientali, naturalistiche e paesaggistiche.
«È davvero un giorno importante per la cultura perché parte ufficialmente il percorso di candidatura a patrimonio UNESCO della Via Francigena, itinerario ispirato alle radici cristiane che coinvolge anche la nostra Lombardia e precisamente i territori di Lodi e Pavia».
Queste le parole dell’assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, Cristina Cappellini, che è intervenuta a San Miniato (Pisa), alla cerimonia di sottoscrizione del Protocollo d’intesa per la candidatura alla lista del Patrimonio Unesco della Via Francigena Italiana, su delega del presidente della regione Lombardia Roberto Maroni.
Con la firma di un protocollo d’intesa, dunque, sottoscritto al termine della due giorni ‘La Francigena e i cammini’, le sette Regioni toccate dall’antica via dei pellegrini si sono impegnate a salvaguardare e promuovere i tratti della Francigena attraverso un progetto organico di carattere nazionale finalizzato al riconoscimento del titolo Unesco.
Toscana, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta si sono unite per ottenere l’inserimento della Via Francigena italiana nella lista del Patrimonio Unesco (World Heritage List). La Toscana, capofila del progetto, sarà affiancata da un Comitato di coordinamento (composto da un referente politico ed uno tecnico per ciascuna Regione coinvolta), da una segreteria e dall’Associazione europea delle Vie Francigena, che effettuerà analisi preliminari al progetto di candidatura, elaborerà la documentazione necessaria e selezionerà la tratta da candidare più adeguata sotto il profilo scientifico.
Il Protocollo d’intesa sottoscritto dalle Regioni coinvolte ha lo scopo di coordinare la predisposizione del Dossier di candidatura e della bozza del Piano di gestione del sito, in accordo con i Comuni. In questa prima fase la candidatura verrà portata avanti solo per la parte italiana, in vista dell’inserimento nella tentative list del MiBACT, successivamente verrà estesa agli altri Paesi coinvolti (Gran Bretagna, Francia e Svizzera).