Diminuiscono le adolescenti che si vaccinano contro il papilloma virus. Nell’arco di 12 mesi, tra il 2014 e il 2015, il decremento è stato dell’1%. Settanta giovani su cento hanno usufruito di questo tipo di vaccinazione, una percentuale molto al di sotto della soglia del 95%, prevista dal Piano Nazionale di prevenzione vaccinale ed il gap aumenta se si analizzano soltanto i dati relativi alla prima dose e non al ciclo completo. Nel 2014, il 75,2% delle ragazze aveva fatto almeno la prima dose del vaccino Hpv, l’anno successivo la percentuale è invece scesa al 73,1%. La vera diminuzione di copertura vaccinale può essere osservata andando più indietro con il tempo, paragonando i dati attuali con quelli di coloro che sono venuti alla luce quasi due decenni fa: tra le ragazze nate tra il 1997 e il 2001 circa 8 su 10 hanno infatti fatto ricorso alla vaccinazione Hpv. I dati sono stati raccolti attraverso la scheda di rilevazione delle coperture vaccinali inviata annualmente dal Ministero della Salute alle Regioni. E per quanto riguarda il grado d’informazione, quasi la totalità dei giovani italiani dai 12 ai 24 anni (il 93,8%) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Solo il 6,2% non ne ha mai sentito parlare, quota che sale al 18,7% tra i giovanissimi compresi tra i 12 e i 14 anni. È’ l’Aids la patologia che viene maggiormente citata (89,6%). Tra le fonti d’informazione sulle infezioni sessualmente trasmesse è preponderante il ruolo dei media (tv, riviste, internet), utilizzate dal 62,3%. Viene poi riconosciuto come significativo il contributo della scuola (53,8%), ma con differenze percentuali tra le varie aree geografiche del Paese: si passa infatti da oltre il 60% al Nord al 46,1% al Centro e al 47,9% al Sud. Per le fonti d’informazione solo il 9,8% cita i professionisti della salute come i medici di famiglia, i medici specialisti e i farmacisti.