Parigi è sempre Parigi. E nella capitale francese dal 16 settembre al 23 gennaio 2017, al Museo Jacquemart-Andrè, sono in mostra i tre dipinti di Rembrandt acquistati da Edouard Andrè e Nelie Jacquemart: “La Cena di Emmaus” (1629); “Il Ritratto di principessa Amelia di Solms” (1632); “Ritratto del dottor Arnold Tholinx” (1656). Oere che testimoniano un diverso momento della vita del poliedrico artista olandese: il debutto a Leiden, i primi anni ad Amsterdam e quelli della maturità artistica. Con questa esposizione la proposta del Museo parigino è quella di mettere a confronto le tre opere con altri dipinti, stampe e disegni di Rembrandt per comprenderne pienamente la genialità. La mostra riunisce venti dipinti e trenta opere grafiche che sono arrivate a Parigi dal Metropolitan Museum of Art di New York, il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery di Londra, dal Rijksmuseum di Amsterdam, dallo stesso Louvre e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Durante il periodo che Rembrandt trascorre a Leida (1625-1631) i suoi dipinti sono di dimensioni piuttosto ridotte, ma presentano una grande ricchezza di particolari, minuti, precisi, puntuali.
Egli comincia ad affrontare temi religiosi ed allegorici. Nei suoi primi anni ad Amsterdam (1632-1636) dipinge scene drammatiche tratte dalla Bibbia o dalla mitologia di grande formato, dai colori molto contrastanti e accetta di eseguire ritratti su commissione. Ma in questi anni Rembrandt esegue altresì quadri con soggetto paesaggistico. I luoghi accentuano la forza drammatica della natura e si fermano a raccontare particolari di alberi sradicati con cieli plumbei e minacciosi.
Dal 1640 il suo stile diventa invece più sobrio, più intimista, quasi a riflettere le tragedie personali che sta vivendo. Le scene bibliche sono tratte essenzialmente dal Nuovo Testamento piuttosto che dall’Antica Scrittura, l’unica eccezione è rappresentata dalla tela dal titolo “La ronda di notte”.
In questo periodo i paesaggi e i luoghi sono sempre più spesso realizzati a stampa anziché dipinti e rimandano a scene familiari o bucoliche tratte dallo sfondo della campagna olandese. Negli anni successivi l’artista cambia nuovamente genere pittorico e le sue opere si vestono di colori più intensi, con veri colpi di pennello. Nel corso della sua vita, pur continuando ad eseguire quadri ispirati a temi biblici, Rembrandt sposta la sua attenzione dalle scene corali ad alta intensità drammatica a figure singole più delicate. Negli ultimi poi anni dipinge autoritratti densi e introspettivi.
In questi mesi, fino al 23 gennaio 2017, la parabola umana ed artistica dell’autore vengono raccontate e descritte in questa particolare location parigina che è la Casa Museo Jacquemart-Andrè, eccezionale per la singolarità delle soluzioni allestite che riflettono il gusto di Edouard Andrè e sua moglie Nelie Jacquemart, fondatori del Museo. Il percorso espositivo permanente propone al pian terreno opere d’arte francese dell’Ancient Regime, cui si affianca la pittura olandese e la ritrattistica inglese. Il primo piano è invece dedicato all’arte italiana rinascimentale, la più grande collezione presente in Francia dopo quella del Louvre.
Oggi con la completa vernissage dedicata a Rembrandt ci porta ad approfondire una personalità artistica che ha segnato il corso della storia.