“La ripresa è ancora troppo lenta e si può e si deve fare di più” . E’ il richiamo del Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni Finali. Parlando davanti a una platea di banchieri e di esponenti istituzionali, Visco ha rivolto al Governo – cui ha riconosciuto risultati nel mercato del lavoro e nel sostegno ai redditi più bassi – alcune importanti richieste: un ulteriore taglio del costo del lavoro; il rilancio degli investimenti e le condizioni per aumentare il potenziale di crescita. All’Europa e ai governi nazionali, invece, ha inviato un monito fermo: serve condivisione, perché “le barriere nazionali causano danni certi e ingenti”. Alle banche vigilate, fronte su cui Bankitalia è costretta a gestire “situazioni difficili”, il Governatore ha chiesto uno sforzo per ritrovare la fiducia persa e aumentare l’efficienza. Di conseguenza, si è detto favorevole alle aggregazioni fra istituti di credito, se mirate e sostenute da solidi progetti industriali. Di seguito il merito delle questioni toccate nella sua relazione.
Ripresa lenta. La ripresa è ancora da consolidare e il ritorno ai livelli pre-crisi non avverrà in tempi brevi. “Usciamo lentamente, con esitazione, da un lungo periodo di crisi, non solo finanziaria ed economica. La ripresa – sottolinea – è ancora da consolidare. Le previsioni di consenso indicano per l’Italia il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve; sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia”.
Tasse lavoro e investimenti. Rilanciare gli investimenti pubblici, ridurre ulteriormente il cuneo fiscale che grava sul lavoro, rafforzare gli incentivi per l’innovazione, sostegno ai redditi dei meno abbienti.
Disoccupazione. L’occupazione ha tenuto nei primi mesi dell’anno, sebbene molte assunzioni fossero state anticipate all’ultima parte del 2015 in vista della riduzione degli sgravi contributivi da gennaio. Il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007, di oltre due punti percentuali. La disoccupazione resta però troppo alta”, ciò anche alla luce degli ultimi dati.
Le barriere della Ue. “Tenere le minacce fuori dall’uscio di casa tornando a erigere barriere nazionali ha ben poche probabilità di riuscita; causa danni certi e ingenti”.
Debito. “L’evoluzione del contesto macroeconomico rischia di ostacolare il conseguimento di questo obiettivo nel 2016; uno stretto controllo dei conti pubblici e la realizzazione del programma di privatizzazioni possono consentire di avvicinare il più possibile il rapporto tra debito e prodotto a quanto programmato e garantirne una riduzione significativa nel 2017”.
Banche. “Le banche italiane hanno certamente subito i colpi della crisi; ci troviamo ora a gestire, come vigilanza europea e nazionale, situazioni delicate e difficili”. Visco, quindi, aggiunge “lo facciamo in un quadro profondamente e in poco tempo innovato, in collaborazione attiva con tutte le istituzioni e le autorità coinvolte. I crediti deteriorati sono elevati, la redditività è bassa. Sono necessari, per ridurre al massimo i rischi di crisi, azioni rapide, mutamenti strutturali, profonde revisioni organizzative, attenzione costante alla qualità dell’alta dirigenza”.
Aggregazioni. Il recupero della banche italiane “passa necessariamente attraverso un aumento dell’efficienza, un contenimento dei costi, un ampliamento delle fonti di ricavo; mirate operazioni di aggregazione, condotte secondo logiche strettamente industriali, possono stimolare e favorire questo processo”.
Frodi. “La gran parte del nostro sistema bancario ha affrontato la crisi con coraggio e trasparenza, ma in non pochi casi agli effetti di una recessione lunga e profonda si sono sommati quelli di comportamenti imprudenti e a volte fraudolenti da parte di amministratori e dirigenti”.
Sofferenze. Gli interventi sulle sofferenze, in atto e in prospettiva, sono importanti; la nostra valutazione di quanto si è iniziato a fare è positiva: bisogna procedere con coraggio e veduta lunga. Anche perché siamo a un punto di svolta”.
Bancari e sportelli. Per molte banche italiane “resta forte l’esigenza di intervenire sui costi, inclusi quelli per il personale, agendo sulla qualità e quantità degli organici in maniera coerente con gli sviluppi del mercato e della tecnologia. Il modello di attività va ancora adeguato, proseguendo nella riduzione degli sportelli”.