Uno degli elementi fondamentali della riforma della politica di coesione 2014-2020 dell’Ue è rappresentato dall’introduzione di precondizioni affinché gli Stati membri ricevano il sostegno finanziario dei fondi strutturali e d’investimento europei. Da una prima valutazione pubblicata il 31 marzo, le precondizioni o condizionalità ex ante volte a rafforzare gli investimenti interessano diversi settori, tra cui l’efficienza energetica, l’innovazione, i programmi in ambito digitale, le riforme dell’istruzione, integrate nella nuova politica di coesione per garantire una gestione trasparente e sana della spesa. Molte precondizioni riguardano barriere settoriali orizzontali e verticali che ostacolano gli investimenti nell’Unione europea: gli sforzi profusi per superarle hanno contribuito ad approfondire il mercato unico e ad attuare il piano di investimenti attraverso il suo terzo pilastro. Hanno, per esempio, rafforzato l’assetto istituzionale dei paesi e contribuito ad introdurre procedure trasparenti nel settore degli appalti pubblici, o imposto agli Stati membri di migliorare e semplificare il contesto normativo e politico relativo alle piccole imprese. Sono state, inoltre, messe in atto misure per ridurre i tempi e i costi necessari alla creazione di un’attività. A Malta, in Portogallo e in Slovenia sono stati introdotti dei “test Pmi” per monitorare l’impatto della legislazione nazionale riguardante le piccole medie industrie. Nel settore digitale queste precondizioni hanno dato luogo ad un elenco di progetti prioritari in linea con gli obiettivi di diffusione della banda larga del mercato unico digitale.
Nel nostro Paese la cosiddetta precondizione “Infrastruttura di reti di nuova generazione (Ngn)” ha determinato l’adozione di un’ambiziosa strategia nazionale in materia di banda larga, che ha migliorato il coordinamento di tutti gli investimenti nel settore. La precondizione “Crescita digitale/sviluppo delle TIC” inoltre, ha impresso un nuovo slancio per affrontare i persistenti problemi di interoperabilità dei servizi elettronici in tutte le regioni d’Italia.
La strategia nazionale per l’Agenda digitale, ha realizzato altresì il primo catalogo nazionale dei servizi elettronici, assicurando l’elaborazione dei relativi orientamenti e la fornitura di assistenza tecnica alle regioni. Tante sono state le modifiche legislative necessarie in molti settori strategici, quali l’istruzione, il mercato del lavoro, sanità o inclusione sociale, tanto per citarne alcuni. Diverse precondizioni imponevano d’inserire il sostegno proveniente dai fondi europei in quadri di investimento strategico. Questi sono concepiti per rispondere a determinati criteri di qualità basati sull’analisi delle esigenze e dotati di misure finalizzate ad attrarre investimenti privati; integrano i finanziamenti regionali, nazionali ed europei, portando ad una gestione della spesa pubblica complessivamente più coordinata e razionale.