Oggi 9 maggio, si celebra la festa dell’Europa: la data rievoca la dichiarazione di Robert Schuman, ministro degli Esteri francese, con la proposta di una comunità europea del Carbone e dell’Acciaio: un anno dopo, la nascita della CECA sarebbe stata l’embrione della Comunità europea. Era il 1950. I membri fondatori – Francia, Italia, Germania, e i tre paesi del Benelux – intendevano mettere in comune le risorse industriali primarie, per salvaguardare la pace nel continente distrutto da due guerre mondiali.
Oggi, quel sogno è diventata una federazione: l’Unione Europea, 28 paesi, sessantacinque anni di pace senza precedenti, una zona euro, ma anche una burocrazia smisurata e infinite polemiche. Come documenta tragicamente la crisi dei migranti, è sempre più difficile trovare una politica comune. L’ombra dell’ euroscetticismo si incarna nel referendum britannico del prossimo 23 giugno, con il rischio dell’uscita di Londra dall’Unione.
Con l’ingresso simbolico delle due bandiere d’Italia e d’Europa portate dai bambini delle scuole elementari di Roma è iniziata, questa mattina, la cerimonia di consegna dei due vessilli ai piccoli studenti capitolini.
Alla presenza dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea Federica Mogherini, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, del Commissario Straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca e di circa 1500 allievi, il coro della scuola Sinopoli, accompagnato dalla banda musicale della Polizia Locale ha intonato l’Inno alla Gioia e l’Inno di Mameli mentre i giovani ospiti hanno liberato centinaia di palloncini ciascuno con un messaggio di pace. “Il Campidoglio è sempre stato un luogo di supereroi della storia. Qua è nata la leggenda di Roma e qua è nata l’Europa e voi ogni mattina, quando entrate nelle scuole, guardate queste due bandiere che giocano nel vento, fanno parte di quel quotidiano come i vostri libri e i vostri giochi, devono entrare dentro di voi e i loro colori devono diventare i vostri colori.
“Per la prima volta nella storia l’Ue deve fronteggiare una minaccia esistenziale” che non viene dall’esterno ma “dall’interno dei suoi confini”. . in un messaggio diffuso in occasione della Festa dell’Europa con il quale risponde a quanti oggi si chiedono “se ci siano ancora dei motivi per celebrare” questa ricorrenza. “La nostra Unione – sottolinea Mogherini – è a rischio quando si costruiscono muri invece di abbatterli, quando ci si comporta come europeisti part-time – capaci di chiedere aiuto ma non di offrirlo quando necessario” e quando viene messa in discussione “la nostra identità perché basata sulla diversità”. La Festa dell’Europa, per la vicepresidente della Commissione Ue, serve per non dimenticare i risultati raggiunti, esserne orgogliosi e “ricordarci che non vanno dati per acquisiti”. Quello di cui abbiamo bisogno oggi “per riformare e salvare” l’Unione “è leadership e non populismo”.