“L’Italia non rispetterebbe la regola del debito né nel 2015, né nel 2016. Con queste premesse, l’Eurogruppo ha rinnovato l’invito a varare le misure necessarie affinché il bilancio di previsione per il 2016 osservi le regole del Patto di stabilità e crescita”. E’ quanto ricorda la Bce nel bollettino appena diffuso, ricordando che la Commissione Ue valuterà in primavera se avviare una procedura per deficit eccessivo per violazione del criterio del debito.
L’Eurotower sottolinea ancora che in generale, “i paesi con alti livelli di indebitamento sono particolarmente vulnerabili a un rialzo dell’instabilità nei mercati finanziari, per il nesso ancora forte tra conti pubblici e settore finanziario. Inoltre, la loro capacità di adattamento a possibili shock avversi è piuttosto limitata”.
Nel recente Fiscal Sustainability Report 2015, la Commissione Ue “ha rilevato che otto paesi dell’area dell’euro (Belgio, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia e Finlandia) sono esposti a rischi elevati per la sostenibilità del bilancio pubblico nel medio periodo, dovuti soprattutto agli alti livelli del debito e/o a cospicue passività implicite”. Il documento indica che, si aggiunge, “per affrontare i rischi individuati occorre dare piena attuazione ai requisiti di aggiustamento previsti dal Psc”.
Sul fronte del deficit non va meglio. Secondo le informazioni attualmente disponibili, in Italia “quest’anno vi sarebbe il rischio di un significativo scostamento dai requisiti del braccio preventivo, anche qualora si decidesse in primavera di accordare maggiore flessibilità al paese”, rileva la Bce. Le ultime stime della Commissione europea “indicano per l’Italia una differenza di 0,8 punti percentuali tra il pil per il 2016 e il percorso di aggiustamento richiesto verso l’Obiettivo di medio termine. Rispetto alle previsioni dello scorso autunno, il divario si è ampliato a causa delle spese aggiuntive inserite nella legge di stabilità per il 2016, che hanno aumentato l’obiettivo di disavanzo di 0,2 punti percentuali al 2,4 per cento del pil”.