Il 20 giugno 2016, il Consiglio europeo ha approvato il Rapporto annuale dell’Unione europea sui diritti dell’uomo e della democrazia. In risposta a questo rapporto, il 14 novembre, la Commissione affari esteri del Parlamento europeo (con 42 voti favorevoli, 5 contro, e 8 astensioni) ha adottato il rapporto – redatto da Josef Weidenholzer (S&D, AT). Ora, il testo della Commissione sarà votato dal Parlamento nel suo insieme, nel corso della sessione plenaria di dicembre (a Strasbourgo ) durante l’edizione 2016 del Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Il premio sarà assegnato a Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar, giovani sopravvissute “yézidies” alla schiavitù sessuale cui l’aveva sottomesse lo Stato islamico, simbolo delle donne vittime di violenze sessuali da parte di questo gruppo terrorista. Questo rapporto fa un bilancio dei diritti fondamentali di donne e bambini, migranti, rifugiati e richiedenti asilo, delle persone LGBTI e delle popolazioni autoctone. E valuta il modo in cui questi diritti sono colpiti dalla lotta contro il terrorismo, il commercio e le misure di sviluppo.
“L’universalità dei diritti dell’uomo – afferma il rapporto – è seriamente contestata in numerose parti del mondo (..) L’UE dovrebbe assicurare coerenza tra le sue politiche interne e ed esterne in materia di diritti dell’uomo e di valori democratici ”.
L’Unione europea, in particolare, dovrebbe proteggere di più i giornalisti e i blogger indipendenti – e coloro che difendono i diritti dell’uomo – Dovrebbe ridurre i divari digitali e facilitare l’accesso non censurato a Internet: affermano – nel loro rapporto gli eurodeputati, vivamente preoccupati dagli sforzi volti a ridurre lo spazio della società civile e dei difensori dei diritti umani , con l’imposizione di limiti più severi alla libertà di riunione e di espressione. Di qui la loro condanna di abusi e violazioni, tramite leggi repressive adottate nel mondo, e specialmente, in Russia, Turchia e Cina, con il pretesto di lottare contro il terrorismo. Gli europarlamentari chiedono al capo della politica estera dell’UE – Federica Mogherini – e ai Ministri degli affari esteri di agire a livello europeo per ottenere la liberazione di difensori dei diritti dell’uomo, di giornalisti, attivisti politici ecc.
Per il Parlamento europeo, inoltre, servono un “approccio olistico che miri a trovare soluzioni sostenibili, a lungo termine e coerenti basate sui diritti dell’uomo” e “un sistema di asilo europeo completo e ben coordinato”.
Le clausole sui diritti dell’uomo dovrebbero essere sistematicamente introdotti in tutti gli accordi internazionali” : sostengono gli europarlamentari che esortano la Commissione europea a “garantire la coerenza delle politiche in materia di commercio e di diritto dell’uomo”, considerando anche che la comunità degli affari ha un ruolo importante da svolgere nella promozione dei diritti dell’uomo e della democrazia.