Sant’Agata di Puglia è inerpicato su un colle e culmina nel castello in stile romanico da cui si gode uno splendido panorama che le ha fatto conquistare il nominativo di “loggia delle Puglie”. Il paese è un unico nucleo storico con case di pietra e portali adorni di stemmi che costituiscono il Parco Urbano delle Opere in Pietra insieme alle numerose chiese costruite nel corso dei secoli che avvalorano la caretteristica storico-artistica del territorio. Un borgo molto ben conservato, tanto da aver guadagnato la Bandiera arancione del Touring, il marchio che identifica le eccellenze dell’entroterra che godono di un patrimonio storico e ambientale di pregio, ma al contempo offrono al turista un’accoglienza di qualità.
Ma il grazioso borgo nell’entroterra della Capitanata si contraddistingue anche per uno dei più rilevanti esempi di centrale energetica a biomasse del Paese, acquisito ultimamente da un colosso leader delle energie rinnovabili, un impianto alimentato da biomassa solida di origine vegetale non trattata chimicamente, rappresentata prevalentemente da paglia di cereali, principale sottoprodotto agricolo disponibile in provincia di Foggia, oltre che da potature arboree e altri residui agroforestali. L’impianto ha una potenza elettrica di 25,2 MW ed una produzione di 184.000 MWh annui di energia elettrica, in grado di colmare il fabbisogno energetico di oltre 46.000 famiglie, inducendo benefici all’ambiente e all’economia locale, ha rappresentato un’occasione di sviluppo per il territorio, sia per la creazione di posti di lavoro diretti e indiretti, sia perché fornisce un contributo alla definizione di una filiera territoriale per la raccolta, distribuzione e valorizzazione delle biomasse agricole, ampiamente presenti sul territorio e ad oggi non ancora adeguatamente impiegate. Oltretutto l’impianto utilizza le migliori tecnologie esistenti per minimizzare le emissioni in atmosfera, rispettando ampiamente i limiti di legge, la biomassa stoccata presso il magazzino viene trasportata meccanicamente in caldaia per il successivo processo di combustione il calore ottenuto dalla combustione è trasformato in vapore ad alta pressione ed alta temperatura che è inviato ad una turbina a cui è accoppiato un alternatore per la generazione di energia elettrica da immettere nella rete di distribuzione. A valle della turbina il vapore condensa a bassa pressione per essere trasformato in acqua e rinviato alla caldaia per ricominciare il ciclo.
Il sistema di produzione “acqua – vapore – energia” rappresenta quindi un perfetto sistema a ciclo chiuso che consente di riutilizzare la stessa acqua, minimizzando i consumi idrici. Inoltre le caratteristiche del combustibile utilizzato, la metodologia di combustione e un’efficiente sistema di trattamento dei fumi prodotti, minimizzano le emissioni in atmosfera costituendo un modello di sviluppo di economia circolare.