Doccia gelata sul Jobs Act. Alla faccia della decantata ripresa dell’occupazione, il primo trimestre dell’anno in corso riserva un’amara sorpresa per il Governo: i contratti a tempo indeterminato sono diminuiti di 162.000 unità, pari a -33,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il dato allarmante è stato comunicato dall’Istat spiegando che “il calo è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015 in corrispondenza dell’introduzione degli incentivi legati all’esonero contributivo triennale”. Stesso discorso per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-31,4%). La spiegazione addotta edulcora un fatto inconfutabile: la ripresa del lavoro stabile, finora registrata, è da imputarsi a una sorta di dopaggio programmato. Di conseguenza, si sta sgonfiando man mano che vengono meno gli incentivi.
Complessivamente, le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) nel periodo gennaio-marzo 2016 sono risultate 1.188.000, con una riduzione di 176.000 unità rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso (-12,9%). Per i contratti a tempo determinato, nel primo trimestre del 2016, si registrano 814.000 assunzioni, una dimensione del tutto analoga a quella degli anni precedenti (-1,7% sul 2015 e -1,1% sul 2014). Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state quasi 50.000, stabili rispetto al 2015. Quanto alle cessazioni, complessivamente risultano diminuite dell’8,8%; per quelle a tempo indeterminato la riduzione è pari al 5,3%. Con la legge di Stabilità 2016 è stata introdotta una nuova forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non abbiano avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio. Tendenza opposta, invece, per i voucher: prosegue anche nel 2016 il boom. Nel primo trimestre sono infatti raddoppiate le vendite dei buoni lavoro. Secondo i dati Inps, da gennaio a marzo, sono stati venduti 31,5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio. L’incremento, rispetto allo stesso periodo del 2015, è stato del 45,6%. Nel 2015 la crescita dell’utilizzo dei voucher è stata del 75,4%.