La creatività truffaldina di chi intenda aggirare prescrizioni e divieti non trova limiti. Lo dimostra il trucco escogitato da alcuni automobilisti per non pagare le multe. A volte basta una lettera modificata, un numero ‘mascherato’, per fare centro. I furbetti della targa avevano escogitato il sistema per provare a passare nei varchi ZTL della capitale senza disporre del permesso. Un nucleo investigativo del Comando Generale della Polizia di Roma Capitale, però, ha svelato l’inganno scoprendo l’identità di alcuni conducenti che hanno a loro carico numerosi verbali non pagati. L’operazione è partita da segnalazioni giunte dall’Ufficio Contravvenzioni per numerose multe tornate indietro e da denunce di cittadini di altre città che avevano presentato ricorso in quanto destinatari di multe prese a Roma.
Un signore toscano, ad esempio, nell’ultimo anno ha ricevuto decine di verbali per essere passato nel varco ZTL, ma dichiarava di non essere mai stato a Roma. Insospettiti, i vigili hanno visionato le immagini delle telecamere individuando un cittadino romano che modificava i numeri della targa della sua 500 pensando di rimanere impunito. Facile, a questo punto, risalire al reale numero della targa e beccare il trasgressore notificandogli non solo le multe, ma anche una denuncia per contraffazione e falso in atto pubblico commesso da privato.
In un altro caso, una società aveva cambiato nome e sede senza trascrivere le variazioni sulla Carta di Circolazione: i verbali accumulati, ben 590, arrivavano tutti al vecchio indirizzo e tornavano sempre indietro. Analizzando i tabulati, gli agenti hanno scoperto che le multe venivano in gran parte rilevate con lo Street Control, che riportava le coordinate geografiche di un punto di Via Cola di Rienzo. Una rapida ricerca sul posto ha consentito di individuare l’auto sullo stesso marciapiede, sempre in sosta vietata. Un terzo caso riguarda una cittadina che circolava con un permesso per invalidi intestato a una parente deceduta da nove anni, e presentava anche ricorsi a nome della stessa. Un controllo anagrafico ha svelato la frode. La responsabile è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria. Non è finita qui, purtroppo. Altre situazioni sospette sono sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, e presto verranno alla luce.