Gli studi dei medici di famiglia resteranno aperti dalle otto a mezzanotte, sedici ore consecutive, ma, dalla mezzanotte alle 8, per ogni emergenza, dovremo chiamare il 118 o andare al pronto soccorso. La guardia medica, di fatto, sta per diventare una specie in via di estinzione. Una “rivoluzione a metà”, secondo i camici bianchi.
Contro l’abolizione della Guardia medica notturna si è svolta ieri a piazza Montecitorio la manifestazione dei sindacati medici, prevista dalla bozza per il rinnovo della Convenzione dei medici e dei pediatri di famiglia.
All’insegna dello slogan ‘Renzi non spegnere le luci dell’assistenza notturna’, a manifestare davanti al Parlamento c’erano il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), Fp Cgil Medici, Cisl Medici, Fp Uil Medici e Sindacato italiano medici del territorio (Simet). Con loro anche rappresentanti di Associazioni di Consumatori e sindaci dei piccoli comuni italiani.
Ad unirli, la preoccupazione rispetto alla sostituzione di un modello di assistenza territoriale 24 ore su 24 attuale (in cui di giorno c’è il medico di famiglia e di notte la guardia medica) con un modello di assistenza 16 ore su 24, in cui di notte e nei giorni festivi il cittadino deve far riferimento al pronto soccorso e al 118 per ogni tipo di problema di salute, a prescindere dalla gravità.