Dal settembre 2016 è in vigore la legge contro gli sprechi alimentari. Un testo che chiarisce e semplifica le modalità con cui è possibile donare cibo in scadenza o in eccedenza e che servirà da riferimento al settore agricolo, a quello della ristorazione, al Terzo settore, nonchè ai soggetti che si occupano della distribuzione alimentare a fini caritativi.
Lo spreco di cibo in Italia avviene soprattutto nelle case e ammonta a circa 145 chilogrammi all’anno per famiglia, il 75% dello spreco complessivo del Paese, per un costo di 360 euro annui. Solo 6 italiani su 10, inoltre, sanno che esiste la nuova “legge antispreco” ed il 90% degli intervistati non ne conosce il contenuto. Sono questi i dati dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher di Last Minute Market/Swg presentati ieri presso la sede dell’Enpam, in occasione della IV Giornata nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari che si celebra il 5 febbraio, promossa dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della campagna “Spreco Zero”.
Per quanto riguarda l’utilizzo della family bag, cestino in cui inserire il cibo non consumato per portarlo a casa quando si mangia al ristorante, viene giudicata valida nella prevenzione degli sprechi per l’80% degli intervistati e funzionale per il 73%. Molti tuttavia temono che non sia vista di buon occhio dai ristoratori e il 75% degli intervistati spera in una diffusione con un design elegante per superare l’eventuale imbarazzo legato ad un gesto che finora non è rientrato nella nostra cultura.
Se guardiamo i dati legati ai comportamenti quotidiani di contrasto allo spreco, vediamo che un italiano su cinque si dimostra virtuoso, il 57% mette in atto azioni di sensibilità e prevenzione, stando attento agli sprechi. Per contro, il 43% degli intervistati è incurante o manifesta comportamenti non sempre coerenti, il 15% fa parte degli spreconi, il 24% di coloro che si dichiarano disinteressati al problema.
Il direttore dell’Osservatorio Waste Watcher, Andrea Segrè sottolinea come sia importante lavorare con continuità sulla prevenzione sensibilizzando i cittadini, affinchè possa diminuire la quantità di rifiuti alimentari domestici e vengano assunti comportamenti sempre più virtuosi.