C’è chi lo chiama suggerimento e chi invece parla di stroncatura. Sta di fatto che il Consiglio di Stato definisce non congruo il decreto del Ministero dello sviluppo economico poiché non offre “una definizione di apparecchio televisivo” e non precisa altresì che il canone debba essere versato una sola volta pur possedendo magari più di una tv in casa. Occorre perciò chiarire che una famiglia deve versare il pagamento in questione una volta soltanto e nel caso in cui possieda una televisione che riceve i programmi in modo diretto o con un decoder. Solo in tal modo il decreto definirà inequivocabilmente che il pagamento non è dovuto quando si possiede uno smartphone o un tablet, che intercettano comunque il segnale televisivo.
Il Consiglio di Stato sottolinea anche che la riscossione del canone apre una questione legata alla privacy, vista la grande quantità di dati che scambieranno tra loro gli enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Ministero dell’Interno, Amministrazioni municipali, società private, acquirente unico).
“Troppi i quesiti ancora irrisolti” ha dichiarato il segretario dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, a seguito del parere del Consiglio di Stato sul canone Rai in bolletta. “Nel modello di dichiarazione disposta dall’Agenzia delle entrate – ha aggiunto Dona – si faceva inevitabilmente riferimento alla nota del Ministero dello Sviluppo economico del 22 febbraio 2012, per niente chiara e superata. In pratica si costringeva il consumatore, ad esempio per la radio a dover dichiarare il falso. La nota 2 della dichiarazione predisposta dall’Agenzia delle entrate, infatti, fa riferimento agli apparecchi indicati nella nota del Ministero dello sviluppo economico del 22 febbraio 2012, nella quale le radio sono indicate tra gli apparecchi atti a ricevere. Di conseguenza il modello costringeva il cittadino che possiede solo radio (e non deve quindi pagare il canone) a dichiarare il falso barrando ugualmente la casella, visto che non esiste altra strada per l’esenzione del canone. Come pretendere, insomma, che il contribuente non faccia una dichiarazione non mendace, se non viene spiegato chiaramente cosa deve dichiarare?”.
Il sottosegretario alla Comunicazione Antonello Giacomelli tuttavia ridimensiona negando che il Consiglio di Stato abbia bocciato le regole per il canone Rai in bolletta: “Siamo di fronte ad un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti – ha detto Giacomelli – peraltro nella prassi dei pareri del Consiglio stesso. Già in Aula alla Camera il 6 aprile scorso avevo annunciato l’intenzione del Governo di procedere ad una definizione di apparecchio tv più esplicita e meno tecnica”. Stroncatura o meno la storia delle regole per il pagamento Rai in bolletta sembra destinata ancora a far discutere