“Aldo Moro è stato un esempio di alta politica in Italia e in Europa. A cento anni dalla sua nascita è il momento ideale per celebrare l’Aldo Moro europeo”. Con queste parole il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha aperto i lavori del seminario dedicato allo statista italiano al quale questa mattina è stata intitolata una grande sala nel piano nobile del palazzo dell’Unione europea. Schulz ha ricordato la figura di Moro alla presenza della figlia Maria Fida, del ministro Dario Franceschini, e di numerosi esponenti politici europei e italiani. “Ha portato avanti una politica inclusiva – ha aggiunto Schulz – dimostrando una forte autonomia dagli Stati Uniti e dall’Urss. Il suo rispetto del pluralismo, la ricerca del dialogo, il rafforzamento delle istituzioni, sono un’eredità che Moro ha lasciato all’Italia e all’Unione e che dobbiamo difendere in questo periodo di grande difficoltà per il progetto europeo”. La cerimonia di inaugurazione è proseguita con l’omaggio del ministro per i Beni culturali Franceschini che ha sottolineato come “Moro è stato sempre determinante nel determinare i momenti di svolta nella politica italiana. Basti pensare al 1975 col semestre europeo a guida italiana, durante il quale il nostro Paese svolse una funzione centrale per determinare il voto diretto dei cittadini per l’elezione del Parlamento europeo”. Dopo aver scoperto il bassorilievo dell’artista Benedetto Robazza che ritrae lo statista italiano, i lavori sono proseguiti con l’omaggio dell’europarlamentare Enrico Gasbarra, che ha presieduto il seminario. Ricordando il Moro “europeista lungimirante”, Gasbarra ha citato alcuni passaggi del leader Dc: “Nessuno è chiamato a scegliere – disse – tra l’essere in Europa e nel Mediterraneo, poichè l’Europa intera è nel Mediterraneo. Moro – ha concluso Gasbarra – ha portato a compimento l’opera di Spinelli”. Il bassorilievo in bronzo, esposto dal 1979 nella sede del Comitato romano della Dc di piazza Nicosia fino allo scioglimento del partito, è stato conservato negli ultimi tempi presso gli uffici dell’Anci da Lucio D’Ubaldo, senatore nella XVII Legislatura. A donarlo al Parlamento Ue è stato lo stesso D’Ubaldo, presente alla cerimonia.
Il vicepresidente vicario del Parlamento, Antonio Tajani, ha sottolineato “la straordinaria forza politica di Moro che ricordiamo sempre per il compromesso storico e meno come europeista, mentre fondamentale per l’apertura democratica delle istituzioni resta la decisione di elezione a suffragio diretto del Parlamento nel 1975”. Di lezioni lasciate in eredità ha parlato David Sassoli che ha voluto ricordare l’opera di Moro “fondamentale per il consolidamento della democrazia europea oggi di grande attualità”. “La prima lezione a cui penso – ha aggiunto Sassoli – è l’autonomia della politica su cui Moro si era concentrato molto, su cui aveva scommesso”.
“Se le recenti vicende del Mediterraneo – aggiunto il presidente della commissione bicamerale d’inchiesta Giuseppe Fioroni – hanno riproposto con drammaticità il tema della cooperazione politica con il Nord Africa e il Medio Oriente, rimane aperta e urgente la grande questione che Moro pose a chiusura del suo discorso alla Camera nel febbraio del 1977, quella cioè – per usare le sue parole – del passaggio da una fase nazionale a una fase autenticamente comunitaria e unitaria nel nostro continente”. “È una grande eredità la sua ispirazione a una politica estera europea, in particolare verso il Mediterraneo, che corrispondeva a un’idea di Europa come soggetto unitario aperto alla cooperazione multilaterale. La politica europea di Moro ci appare, a distanza di anni, originale e innovativa”. A prendere la parola anche il capogruppo del PPE, Manfred Weber, di Hans Pottering, già presidente del Parlamento europeo, e del capogruppo S&D, Gianni Pittella. A chiudere la giornata dedicata allo statista italiano, frutto dello straordinario sforzo comune del Partito Popolare Europeo e dei Socialisti & Democratici, è stata la figlia di Moro, Maria Fida che, non senza commozione, ha ringraziato per l’omaggio delle istituzioni europee a suo padre “forse ucciso – ha detto – per il suo progetto europeo”, ha raccontato alcuni momenti pubblici di Aldo Moro in cui emergeva la figura di “un uomo che era sempre se stesso”.