Blocco degli stipendi degli statali sino al 2020. Questo si legge nel Def, documento economico e finanziario approvato lo scorso 8 aprile dal Consiglio dei ministri. Si va dunque, evidenzia il sito ‘LaLeggePerTutti.it’, molto oltre quanto previsto dal governo Letta, che aveva definito un congelamento fino al 2017.
Un congelamento non previsto, in quanto “si reputava che, con la riforma della Pubblica amministrazione – si legge sul sito – la razionalizzazione dei comparti avrebbe comportato un risparmio di spesa da destinare ai rinnovi periodici delle condizioni contrattuali del personale”.
L’unico spiraglio, conclude ‘LaLeggePerTutti.it’, si intravede nel 2018: “Per il triennio 2018-2020 è infatti prevista l’introduzione di un’indennità di vacanza contrattuale che porterà ad una stabile crescita dello 0,3% per tutto il periodo”. Senza altri adeguamenti previsti, neanche legati all’inflazione.
Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil, nei giorni scorsi ha sottolineato come “non ci sono risorse per i rinnovi contrattuali per i dipendenti pubblici, ma si prevede solo l’indennità di vacanza contrattuale a partire dal 2019”.
“Dopo sette anni di blocco – ha detto il sindacalista – e la sentenza della Corte Costituzionale (che il 24 giugno 2015 ha dichiarato l’illegittimità del regime del blocco dei contratti collettivi dei pubblici dipendenti, LEGGI) il governo, nonostante l’accordo sui comparti, ancora una volta continua a perseguire la volontà politica di rinviare, nonostante ritenesse che fosse tale mancato accordo a bloccare il rinnovo”.