L’Europa colpita al cuore. La bomba esplosa sotto la metropolitana di Bruxelles ha colpito la stazione che ogni giorno funzionari e dipendenti del Parlamento Ue, della Commissione e del Consiglio europeo prendono per andare al lavoro. Un luogo dunque frequentatissimo e fortemente simbolico. Gli attentati terroristici non colpiscono solo la capitale belga, ma l’intera Unione europea. Per questo la risposta della politica dev’essere altrettanto ferma. Se parlamentari europei e funzionari non riescono a raggiungere il Parlamento a causa del caos creatosi in città in seguito alle esplosioni, ciò non di meno la necessità di mantenere comunque normale la vita delle istituzioni comunitarie è inderogabile. Il presidente dell’Aula, Martin Schulz, o in caso di sua assenza uno dei vicepresidenti, convochi e apra immediatamente la seduta del Parlamento. Si tratterebbe di un segnale fortissimo a chi, praticando il terrore e seminando la morte nell’Europa, pensa che così facendo possa attaccare la nostra cultura, il nostro modo di vivere, costringendoci a rivedere tutte le nostre abitudini. Il Parlamento Ue, pur nella situazione drammatica in cui si trova in questo momento Bruxelles, discuta, prenda una posizione forte contro il terrorismo nel mondo migliore: facendo politica, dimostrando che le istituzioni europee non si fermano dinanzi al terrore