“Smart city” è un’espressione ormai decisamente inflazionata. Se ne parla ovunque e talora a sproposito. Tutte le città vogliono essere “intelligenti”, ma poche lo sono effettivamente o hanno validi programmi per diventarlo. Ecco perché si moltiplicano studi e indagini volti a identificare criteri “scientifici” in grado di determinare la natura smart di una città. La questione non è, infatti, di lana caprina. Non basta inserire qua e là nel tessuto urbano qualche dispositivo tecnologico innovativo per accedere alla dimensione smart. Inoltre, l’impetuosa crescita della popolazione mondiale (siamo già quasi 8 miliardi) pone problematiche gigantesche al futuro dell’umanità, che si concentrerà sempre più nelle aree urbane. Secondo un rapporto reso pubblico dall’Economist, entro il 2050 (potremmo essere circa 30 miliardi con gli attuali ritmi di crescita) oltre l’80% della popolazione dei Paesi sviluppati (la percentuale scende al 64% in quelli in via di sviluppo) vivrà in un agglomerato urbano. Ciò avrà inevitabili conseguenze soprattutto sul piano demografico, ma anche su quello urbanistico ed energetico. Governare le megalopoli sarà impresa ardua, perché prolifereranno conflitti di ogni genere e la qualità della vita delle persone potrebbe drasticamente peggiorare. Le città dovranno per forza diventare “intelligenti”, pena la decadenza, il degrado, il dilagare della miseria, la disgregazione sociale, l’alienazione esistenziale, la distruzione dell’ambiente. Ossia, l’apocalisse urbana. Di qui l’urgenza di dotarsi di metodologie flessibili di pianificazione strategica del territorio capaci d’integrare, secondo un disegno coerente e lungimirante, tecnologie differenti. Il tutto coordinato da procedure di governance amministrativa all’altezza delle sfide da affrontare. Ecco perché non può darsi città smart senza Comune smart. In altre parole, l’ente di governo deve funzionare come cervello della trasformazione urbana. Ne va della salvezza del pianeta. Se questo è un corno del problema, l’altro corno sta nella scelta delle tecnologie da impiegare, tenendo conto dei delicati aspetti della sicurezza, giacchè si tratta di sistemi complessi particolarmente vulnerabili da parte di attacchi di varia matrice. Gli esperti indicano a tal fine cinque tecnologie chiave.
Energie smart
Grazie a sistemi di smart energy si potrà monitorare e controllare istantaneamente il consumo energetico cittadino, così da gestire in maniera più efficiente le utenze domestiche e commerciali e attivare soluzioni di risparmio energetico. La parola passerà ai big data. Stando a una previsione di Cisco, sfruttando adeguatamente dati e informazioni, sarà possibile ridurre i consumi energetici del 30% nell’arco di venti anni.
Mobilità intelligente
Sarà fondamentale sviluppare nuove politiche di mobilità che consentano di decongestionare per quanto possibile le città dal traffico, riducendo i consumi di combustibili fossili e i tempi di percorrenza delle strade, nonché le emissioni di Co2 nell’atmosfera. Si tratterà in concreto di favorire pratiche come quelle del carpoolig, di costruire nuove infrastrutture dedicate alle bici e ai mezzi di locomozione alternativi, di incentivare lo sviluppo di auto elettriche ecc.
Servizi pubblici innovativi e mirati
Mezzi di comunicazione più diffusi e avanzati consentiranno di mettere in contatto i cittadini con le pubbliche autorità in qualunque momento: sarà così possibile avere città più sicure, più pulite e con una qualità di vita anche superiore agli standard attuali.
Sanità smart
L’aumento della popolazione avrà i suoi effetti sulla qualità dell’offerta sanitaria. Il futuro della sanità, infatti, sarà condizionato dalla possibilità di controllare a distanza lo stato di salute di pazienti lungodegenti (telemedicina). Ciò consentirà, da un lato, di rendere più capillare il servizio e di migliorarne la qualità e, dall’altro, di risparmiare risorse rispetto agli attuali volumi di spesa.
Infrastrutture smart
Decisiva la realizzazione d’infrastrutture di telecomunicazione in grado di supportare l’aumento esponenziale del traffico dati, pur garantendo elevati standard di sicurezza.