A margine del vertice dei Balcani occidentali 2017, a Trieste, c’è stata anche una trilaterale Gentiloni-Merkel-Macron.
LA TRILATERALE – E’ stato un incontro abbastanza deludente, considerando la chiusura dei porti francesi ribadita dal Presidente francese che insiste sull’importanza di distinguere tra profughi (con diritto d’asilo) e migranti economici (che costituiscono il numero più cospicuo delle persone che continuano a sbarcare in Italia). “Noi faremo la nostra parte in questa lotta. È un dovere, ma non possiamo accogliere uomini e donne che per motivi economici» arrivano nei nostri Paesi: questi e coloro che chiedono asilo sono “due realtà diverse e non cederò a questo spirito di confusione imperante” – ha sottolineato Macron – “Parigi non ha fatto abbastanza sui rifugiati, ma non cederà sui migranti economici”.
“Serve un’Unione più coesa e più forte. – ha precisato, da parte sua, il premier Paolo Gentiloni – L’Italia ha fatto e continuerà a fare la sua parte sul tema del soccorso e dell’accoglienza ma contemporaneamente si batte perché la politica migratoria non sia affidata soltanto ad alcuni paesi ma sia condivisa da tutta l’Ue”. A suo avviso, la distinzione che fa Macron è legittima. È la legge, sono le regole. Anche noi diciamo che rifugiati e migranti economici non sono un fenomeno con le stesse caratteristiche, ma diciamo anche che non si può ignorare la realtà delle grandi migrazioni provocate non solo da guerre. Sulla politica migratoria sono stati fatti dei progressi, ma non sono ancora sufficienti. Resta comunque importante il fatto che Italia, Francia e Germania si riuniscano e condividano alcune idee fondamentali su quello che deve essere il processo di rilancio dell’Ue.
“Dobbiamo assicurare un’accoglienza dignitosa e per farlo abbiamo bisogno di numeri diversi e di un aiuto che arrivi da altri porti di altri Paesi e da altri luoghi di altri Paesi – ha precisato, da parte sua, Debora Serracchiani Presidente del Friuli Venezia Giulia, ai margini del vertice sui Balcani – Deve funzionare il progetto di ricollocamento: l’Europa si deve assumere questa responsabilità L’immigrazione è un tema europeo e non soltanto italiano o del Mediterraneo. Inoltre, sul tema dell’immigrazione, coinvolgere gli Stati dei Balcani, anche quelli che ora sono fuori dal contesto europeo, è importante perché anche grazie al loro prezioso intervento possiamo agire sui flussi migratori in modo proficuo. La rotta balcanica si è chiusa con l’accordo con la Turchia ma la abbiamo ben presente perché attraversa Paesi con cui il dialogo deve essere aperto”. Ma passiamo al Vertice sui Balcani occidendali.
IL VERTICE DI TRIESTE SUI BALCANI OCCIDENTALI (2017) – I Paesi membri dell’Unione europea sono passati da sei,a nove,dieci,dodici,quindici, venticinque, ventisette e ventotto grazie a una serie di ampliamenti avvenuti – per cause diverse ed effetti diversi – sulla base di un’adesione volontaria di paesi spesso in uscita da dittature. I Balcani rappresentano una delle regioni più complesse del mondo per storia, composizione culturale e tradizioni. L’avvicinamento progressivo dell’area balcanica all’Unione europea rappresenta uno strumento fondamentale per la stabilizzazione dell’area e lo sviluppo di pieni regimi democratici. Di fronte al crescente euroscetticismo in molti paesi europei, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha chiarito che non ci saranno ulteriori allargamenti durante il suo mandato. Eppure il processo di adesione in prospettiva non può essere abbandonato e, in un’ottica di più breve periodo, il cosiddetto Processo di Berlino per i Balcani avviato nel 2014 rappresenta una buona occasione, soprattutto nella misura in cui non venga considerato come un sostituto alla piena adesione ma come un percorso di avvicinamento alla stessa.
Il Processo di Berlino riguarda: Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Albania, Kosovo. E’ un processo di consultazione confronto e cooperazione, il cui obiettivo è quello di dare nuovo impulso al processo di avvicinamento dei paesi dei Balcani occidentali all’Ue, per evitare che la pausa di riflessione allontani i Balcani dall’orizzonte politico europeo.
L’Agenda del Vertice di Berlino (2014) ha individuato vari campi d’azione:
· la risoluzione di dispute bilaterali;
· l’accelerazione della modernizzazione dei paesi balcanici;
· maggiore cooperazione con l’Ue nella lotta contro gli estremismi, la radicalizzazione e nella gestione dei flussi migratori.
Il successivo vertice di Vienna (2015) ha favorito le connessioni tra paesi balcanici e tra questi e l’UE tramite lo sviluppo di infrastrutture nei settori trasporti e energia; la riduzione delle barriere negli scambi; la mobilità dei giovani.
Al Vertice di Parigi (2016) sono stati ripresi e sviluppati temi tracciati nel vertice del 2015. Da qui tre nuove linee ferroviarie e l’obiettivo di un Trattato sui trasporti che coinvolga i sei paesi balcanici; 50 milioni di euro per il Regional Energy Efficiency Programme e per il Green for Growth Fund; una road-map per un mercato regionale dell’energia elettrica; riaffermazione dell’importanza dello sviluppo di un mercato regionale; operazioni congiunte nella lotta al terrorismo. Nel 2016, l’Italia si è riconfermata secondo partner commerciale europeo con la regione (dopo la Germania) e il primo per stock di investimenti esteri in Albania, Slovenia e Serbia). L’integrazione fra l’Ue ed i Balcani Occidentali – che meno di 20 anni fa erano teatro di guerre fratricide e che cercano nell’Europa la chiave per lo sviluppo e la riconciliazione – è quindi un scelta strategica ed irreversibile che l’Italia ha l’obiettivo di accelerare.
Il 12 luglio 2017, si è tenuto il Vertice di Trieste dei Balcani occidentali (2017): “importante occasione – sottolinea la Commissione europea – di collaborazione per un rafforzamento di opportunità concrete promuovendo al contempo la cooperazione regionale, con l’obiettivo di costruire società inclusive, ben governate ed economicamente prospere e così portare avanti anche il processo di integrazione di questa regione nell’Unione europea”.
Trieste e il Friuli Venezia Giulia non hanno mai accolto tanti capi di Stato e di Governo come è accaduto in occasione di questo vertice che è stato considerato un grande successo per la città e per la regione intera che hanno riconquistato una centralità naturale, una condizione geopolitica davvero fortunata in un contesto, quello dei Balcani, a cui l’Europa guarda con grande interesse e che è necessario stabilizzare sempre di più. Al vertice era prevista la partecipazione di Federica Mogherini, Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, Johannes Hahn, Commissario per la Politica di vicinato e i negoziati di allargamento, e Violeta Bulc, Commissaria per i Trasporti, con capi di governo e ministri degli Affari esteri, dell’Economia e dei Trasporti dei Balcani occidentali e i loro omologhi di sei Stati membri dell’UE (Austria, Croazia, Francia, Germania, Italia e Slovenia). A margine del Vertice si sono svolti la riunione dei Ministri degli Esteri, Il Forum dei giovani Ue-Balcani occidentali, Il Forum delle imprese e il Forum della società civile.
I TRE AMBITI DI COOPERAZIONE REGIONALE – Coerentemente con quanto stabilito nei vertici precedenti – e in linea con la posizione assunta dagli stati balcanici a Sarajevo – a Trieste sono stati confermati e rafforzati progetti precedenti e avviati di nuovi: ad esempio un asse autostradale che dalla Baviera tagli tutti i Balcani per giungere al porto del Pireo in Grecia collegandosi con la Via della sete cinese (“One Belt,One Road). Circa la Via della Seta anche l’Italia mostra il suo interesse identificando – in questa prospettiva – una via tirrenica (con il porto di Genova) e una via adriatica (mediante il porto di Trieste e di Venezia). Ma di cosa si è discusso al vertice? Per i Balcani – ha sottolineato, al termine del Vertice di Trieste, il premier Paolo Gentiloni – c’è “una straordinaria prospettiva, quella di un Piano di azione per dare vita ad un’area economica integrata che metta insieme tariffe, scambi commerciali in un area di circa 20 milioni di abitanti”. Il summit è stato un “ successo” a cominciare dalle intese economiche. “Tra queste” il grande impegno in progetti infrastrutturali di interconnettività nella regione con 194 milioni di euro “che faranno da volano” a investimenti per 500 milioni di euro.
In effetti, i grandi ambiti di cooperazione regionale al centro del vertice sono stati tre:
· Connettività – Attuazione della sua Agenda (preparazione e finanziamento di progetti regionali concreti di investimento nelle infrastrutture nei settori dei trasporti e dell’energia) – Annuncio di nuovi finanziamenti (“Pacchetto sulla connettività” annuale) – Sottoscrizione da parte dei Balcani occidentali del Trattato sulla Comunità dei trasporti (per agevolare l’integrazione delle reti di trasporti della regione e dei collegamenti con l’UE e orientare le relative misure di riforma del settore dei trasporti)
· Integrazione economica regionale / sviluppo del settore privato – Concordare un Piano d’azione per uno spazio economico regionale volto a promuovere l’attrattiva della regione per gli investimenti e creare posti di lavoro, soprattutto attraverso la crescita intelligente, le start-up e le scale-up; una dimensione digitale (che contribuirà ad integrare la regione nel mercato digitale paneuropeo) – Inaugurazione al margine del vertice, da parte del Forum d’investimento della camera dei Balcani occidentali (che riunisce le camere di commercio della regione) di un Segretariato permanente a Trieste – Intensificazione (per quanto riguarda lo sviluppo del settore privato) da parte della Commissione europea del sostegno che già fornisce alle PMI mediante un nuovo contributo allo strumento per lo sviluppo e l’innovazione delle imprese nei Balcani occidentali.
· Contatti interpersonali – Forum dei giovani UE – Balcani occidentali (le cui conclusioni sono poi state trasmesse al Vertice) per fare un punto sui risultati raggiunti nell’ultimo anno, per esplorare ulteriori ambiti di cooperazione, per promuovere la partecipazione al programma di scambi Erasmus (giunto alla 30a edizione) esteso – con successo – anche ai Balcani occidentali – Riconferma dell’impegno a favore di un Programma di scambio per giovani funzionari statali della regione – varato nel 2016 al vertice dei Balcani occidentali di Parigi – che ha prodotto risultati molto positivi .
ACCORDO SULL’ENERGIA ELETTRICA – “L’avvicinamento dei Balcani all’Unione europea è interesse strategico dell’Italia, così come l’organizzazione interna di questi Paesi. Siamo disponibili a dare tutta l’assistenza tecnica e logistica sul piano bilaterale, oltre a quello che sta già facendo l’Europa”: ha sottolineato il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda nel panel di chiusura del Business Forum, evento collaterale del Western Balkan Summit di Trieste. “Vogliamo dire ai nostri colleghi ministri che sentiamo questo processo come un interesse del nostro paese, nel rispetto della vostra autonomia – ha aggiunto Calenda – Ora dobbiamo decidere la velocità con cui lo vogliamo portare avanti”. Tra l’altro – come spiegato da Fabrizio Lucentini, direttore generale del Mise – “l’Italia diventa il primo supporto all’iniziativa che punta a integrare i mercati elettrici dei Balcani con quelli europei” (a Trieste è stato firmato un accordo sull’energia elettrica, con cui l’Italia si impegna a formare assistenza tecnica e know how tecnologico al processo di integrazioni delle reti energetiche balcaniche con quelle del resto d’Europa).
PERCORSO LUBIANA-TRIESTE-VENEZIA – E PORTI… – «Il percorso Lubiana-Trieste-Venezia – ha spiegato Debora Serracchiani – è oggetto di Crossmoby, un importante progetto comunitario e abbiamo chiesto alla Commissaria, Violeta Bulc, il pieno supporto della Commissione europea. Purtroppo il confine tra Italia e Slovenia è attualmente l’unico in Europa a non essere attraversato da un treno passeggeri. È importante che la commissaria europea ai Trasporti sia slovena poiché ciò ci permette di avere un interlocutore che conosce bene le problematiche di questa parte d’Europa». Bulc – riferisce la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia – ha ribadito l’interesse della Commissione europea a rafforzare i collegamenti ferroviari anche alla luce dell’obiettivo strategico di promuovere politiche di trasporto sostenibile.
«Sappiamo che il collegamento transfrontaliero presenta alcune criticità – ha osservato Bulc – tuttavia Italia e Slovenia stanno lavorando assieme, e bene, alla proposta che potrebbe portare già tra un anno, o al massimo due, alla creazione di un collegamento passeggeri tra Lubiana e Venezia. In questo contesto il ruolo della Regione è molto importante, perché agisce da coordinatore del dialogo tra i due Paesi ed è l’Ente che meglio di tutti conosce le necessità del territorio. (..) Anche oggi abbiamo dibattuto dei porti dell’Alto Adriatico e del loro comune agire nell’ampio interesse europeo».
L’IMPORTANZA DELLA SOCIETA’ CIVILE – «Abbiamo bisogno della società civile per risolvere i problemi bilaterali» tra i Paesi balcanici – ha sottolineato anche il ministro degli Esteri albanese, Enver Hoxhaj, elencando in particolare le questioni del riconoscimento del Kosovo da parte della Serbia, della Macedonia da parte della Grecia, dei rapporti tra Bosnia e Kosovo – «la politica sta perdendo l’occasione di essere l’agente del cambiamento nei Balcani. Al di là delle raccomandazioni elaborate dal Forum abbiamo bisogno di una società civile più forte, altrimenti nell’area rimarremo allo status quo».
PROSSIMA PRESIDENZA: BRITANNICA – «Sono lieto che il Regno Unito prenda il testimone dall’Italia alla presidenza del processo dei Balcani Occidentali»: con queste parole il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, ha passato le consegne al collega britannico Boris Johnson.