Il ruolo che la tecnologia digitale svolgerà nella trasformazione dell’Europa è decisivo ( basti pensare alla possibilità di viaggiare in tutta l’Ue senza preoccuparsi delle tariffe di roaming per la telefonia mobile, e senza perdere l’accesso alla musica, giochi film ecc. per cui si è pagato). E, se vogliono restare competitive a livello globale, è essenziale che le imprese colgano – sfruttando il cloud computing, i big data, la robotica e la banda larga ad alta velocità – le opportunità offerte dalla tecnologia digitale, creando nuovi posti di lavoro. Né vanno trascurati i benefici insiti nell’ eGovernement. Nello stesso tempo, le infrastrutture digitali (sulla quali poggia l’economia digitale) devono esser solide, resilienti e in grado di far fronte alle nuove minacce. Le istituzioni europee sono ben consapevoli dell’importanza della banda larga, per l’economia, e la società digitale in Europa.
Le reti di nuova generazione a banda larga e ultra-larga costituiscono l’infrastruttura tecnologica portante dell’economia digitale e della società dell’informazione, fondamentale per l’innovazione, la competitività e la crescita economica e sociale.
Ciò detto, cosa fa nel campo l’Unione europea nel campo della digitalizzazione? Senza alcuna ambizione di esaustività, dopo una breve presentazione dell’Agenda digitale per l’Europa, mi soffermerò sull’ Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI 2017). Passerò poi all’esame intermedio della Strategia per il mercato unico digitale, elaborato dalla Commissione europea – alla luce di quanto emerso dal DESI – al fine di individuare gli ambiti in cui potrebbero essere necessari ulteriori sforzi o proposte legislative per affrontare le sfide del futuro.
I. L’AGENDA DIGITALE EUROPEA – Dando seguito alla strategia di Lisbona (il cui obiettivo era quello di fare e dell’UE «l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale»), l’Agenda digitale per l’Europa è stata concepita come una delle sette iniziative faro della successiva strategia Europa 2020 che sottolineava l’importanza della diffusione della banda larga per promuovere l’inclusione sociale e la competitività nell’UE.
L’Agenda digitale per l’Europa contiene 101 azioni, raggruppate intorno a sette aree prioritarie intese a promuovere le condizioni per creare crescita e occupazione in Europa:
1. Creare un nuovo e stabile quadro normativo per quanto riguarda la banda larga
2. Nuove infrastrutture per i servizi pubblici digitali attraverso prestiti per collegare l’Europa
3. Avviare una grande coalizione per le competenze digitali e per l’occupazione
4. Proporre una strategia per la sicurezza digitale dell’UE
5. Aggiornare il framework normativo dell’UE sul copyright
6. Accelerare il cloud computing attraverso il potere d’acquisto del settore pubblico
7. Lancio di una nuova strategia industriale sull’elettronica
In materia di banda larga, l’Agenda digitale per l’Europa fissa i seguenti obiettivi 1) copertura con banda larga di base per il 100 % dei cittadini dell’UE 2) banda larga veloce entro il 2020 (copertura con banda larga pari o superiore a 30 Mbps per il 100 % dei cittadini dell’UE) 3) banda larga ultraveloce entro il 2020 ( il 50 % degli utenti domestici europei dovrebbe avere abbonamenti per servizi con velocità superiore a 100 Mbps). Successivamente, il 14 settembre 2016 – in una comunicazione dal titolo «Connettività per un mercato unico digitale competitivo: verso una società dei Gigabit europea» – la Commissione ha proposto di rivedere tali obiettivi verso una connettività Gigabit nel 2025 (per tutti i principali motori socioeconomici, quali scuole, poli di trasporto e principali prestatori di servizi pubblici, nonché per le imprese ad alta intensità digitale). A queste velocità Internet diventa un vero e proprio strumento di comunicazione globale composto di sensori, processori e unità di memoria altamente interattivi, costantemente collegati e facilmente espandibili, anche se sarà necessario concentrarsi maggiormente sulla dimensione mobile e satellitare se si vogliono raggiungere tali obiettivi di connettività, cosa che la Commissione sta cercando di conseguire con il suo piano d’azione «Il 5G per l’Europa».
Ad oggi tra i suoi risultati si ritrovano – ad esempio- questi:
· il numero di emergenza unico europeo 112, il numero unico europeo per i bambini scomparsi 116000, il numero unico per l’assistenza ai minori 11611 e la linea telefonica diretta di sostegno 1161123
· un nome di dominio di primo livello dell’Ue
· la direttiva sulla tutela della vita privata, direttive e un regolamento sulla protezione dei dati
· una piattaforma online per la composizione delle controversie tra consumatori e i commercianti online
· cooperazione tra i regolatori nazionali e la Commissione
· il Programma strategico pluriennale in materia di spettro radio per una sua pianificazione strategica e armonizzazione
· l’istituzione dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA)
· la direttiva per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell’informazione dell’Unione
· un Regolamento per rendere la tecnologia eCall una caratteristica obbligatoria in tutte le auto fabbricate dopo l’aprile 2018.
II – L’ INDICE DI DIGITALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETA’ (2017) – Il DESI è un indice composito che consente di misurare i progressi compiuti dagli Stati membri dell’UE verso un’economia e una società digitali. Riunisce una serie di indicatori pertinenti in relazione all’attuale mix di indirizzi programmatici del digitale in Europa. Il DESI mira ad aiutare i paesi dell’UE a identificare i settori che richiedono investimenti e interventi in via prioritaria, al fine di creare un autentico mercato unico digitale (una delle massime priorità della Commissione).
Dall’ Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) del 2017 si evince che l’UE registra dei progressi, ma il divario tra i Paesi all’avanguardia nel digitale e i Paesi che registrano le prestazioni meno soddisfacenti è ancora troppo ampio, e sono necessari sforzi e investimenti aggiuntivi per sfruttare al meglio il mercato unico digitale. “Gradualmente – sottolinea Andrus Ansip, vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale -: l’Europa si sta digitalizzando, ma molti Paesi devono intensificare i propri sforzi. Tutti gli Stati membri dovrebbero investire di più al fine di trarre pieno vantaggio dal mercato unico digitale. Non vogliamo un’Europa digitale a due velocità. Dobbiamo lavorare insieme per fare dell’UE un leader del mondo digitale”.
La situazione varia da uno Stato membro – Nel complesso l’UE ha compiuto progressi e migliorato la sua prestazione digitale di 3 punti percentuali rispetto all’anno scorso, ma i progressi potrebbero essere più rapidi. Ma la situazione varia da uno Stato membro all’altro (il divario digitale tra il primo e l’ultimo classificato è 37 punti percentuali, rispetto a 36 p.p. nel 2014). Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi rimangono in testa alla classifica del DESI di quest’anno, seguiti da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Estonia e Austria. I 3 Paesi più digitalizzati dell’UE sono anche in testa alla classifica mondiale, superando la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti. La Slovacchia e la Slovenia sono i Paesi dell’UE che hanno registrato i maggiori progressi.
Nonostante alcuni miglioramenti, vari Stati membri, tra cui Polonia, Croazia, Italia, Grecia, Bulgaria e Romania, sono ancora in ritardo in termini di sviluppo digitale rispetto alla media dell’Unione.
La connettività è migliorata ma è ancora insufficiente – E ancora insufficiente per far fronte al fabbisogno futuro, e per affrontare le crescenti esigenze di rapidità, qualità e affidabilità dei collegamenti .
· Il 76% delle famiglie europee ha accesso alla banda larga ad alta velocità (almeno 30 Mbit/s) e in alcuni Stati membri una percentuale significativa di tali famiglie ha già accesso a reti che offrono una velocità di 100 Mbit/s o più. Oltre il 25% delle famiglie ha sottoscritto un abbonamento alla banda larga veloce.
· Gli abbonamenti ai dati mobili sono in aumento, passando da 58 abbonati ogni 100 abitanti nel 2013 a 84 nel 2016.
· I servizi mobili 4G coprono l’84% della popolazione dell’UE.
Il traffico Internet cresce cresce del 20% l’anno, e di oltre il 40% l’anno sulle reti mobili. Il Parlamento europeo e il Consiglio stanno attualmente discutendo le proposte della Commissione relative alla revisione delle norme UE in materia di telecomunicazioni e all’incentivazione degli investimenti nelle reti ad altissima capacità per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini europei, parallelamente agli obiettivi strategici della società del gigabit all’orizzonte 2025.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi in termini di assegnazione dello spettro armonizzato, che ora comprende la banda a 700 MHz, in modo che la prossima generazione di reti di comunicazione (5G) possa essere ampiamente utilizzata a partire dal 2020. Il coordinamento dello spettro radio nell’UE è essenziale per assicurare la copertura senza fili e nuovi servizi transfrontalieri.
I comuni di tutta Europa avranno presto la possibilità di richiedere un finanziamento per installare il Wi-Fi gratuito nei loro spazi pubblici nell’ambito dell’iniziativa WiFi4EU della Commissione.
Esperti digitali e divari di cometenze – L’UE può contare su un numero maggiore di esperti digitali rispetto al passato, ma permangono divari di competenze. La Coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, avviata nel dicembre 2016 nel quadro della Nuova agenda per le competenze per l’Europa sta lavorando assieme agli Stati membri, l’industria e i partner sociali per sviluppare un ampio bacino di talenti digitali e garantire che i singoli individui e la forza lavoro in Europa possiedano adeguate competenze digitali.
I cittadini europei vantano sempre maggiori competenze digitali. – Il 79% dei cittadini europei si connette a Internet almeno una volta alla settimana, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2016; il 78% degli utenti della rete utilizza Internet per giocare o per scaricare musica, film, foto o giochi; il 70% degli internauti europei legge giornali online (64% nel 2013); il 63% utilizza le reti sociali (57% nel 2013); il 66% fa acquisti online (61% nel 2013); il 59% utilizza i servizi bancari online (56% nel 2013); il 39% utilizza Internet per fare telefonate (33% nel 2013).
Protezione dei dati – Le nuove norrme dell’Ue entreranno in vigore nel maggio 2018, e saranno accompagnate da nuove norme sulla tutela della privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche.
Contenuti su Internet – La Commissione si sta adoperando per aumentare i contenuti disponibili su Internet a livello transfrontaliero. Già all’inizio del 2018 i cittadini europei potranno utilizzare i loro abbonamenti online a film, musica, videogiochi e e-book quando viaggeranno nell’UE. La Commissione ha inoltre proposto di agevolare per le emittenti la messa a disposizione online di programmi in altri Stati membri dell’UE.
Le imprese sono più digitali e il commercio elettronico progredisce se pur lentamente – Nel complesso le imprese europee utilizzano in misura sempre maggiore le tecnologie digitali, come i software professionali per la condivisione elettronica di informazioni (dal 26% nel 2013 al 36% nel 2015) o per l’invio di fatture elettroniche (dal 10% nel 2013 al 18% nel 2016). Anche il commercio elettronico da parte delle PMI è aumentato lievemente (dal 14% delle PMI nel 2013 al 17% nel 2016). Tuttavia, meno della metà di tali imprese vende in un altro Stato membro dell’UE. Nel 2016 la Commissione ha proposto nuove regole per promuovere il commercio elettronico, contrastando la pratica del blocco geografico, rendendo la consegna transfrontaliera dei pacchi meno costosa e più efficiente e promuovendo la fiducia dei consumatori grazie a una migliore protezione e applicazione delle norme. Ha proposto altresì di semplificare l’imposta sul valore aggiunto per le imprese che operano nel settore del commercio elettronico nell’UE. Queste iniziative, una volta adottate dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, agevoleranno per privati e imprese le vendite e gli acquisti oltre frontiera.
Gli europei utilizzano maggiormente i servizi pubblici online – Il 34% degli utenti di Internet trasmette moduli compilati online alla pubblica amministrazione, invece di consegnarli a mano su carta (in aumento rispetto al 27% del 2013). Online sono disponibili un numero crescente di servizi sempre più sofisticati, ad esempio servizi che consentono ai cittadini di utilizzare internet per notificare alle autorità un cambiamento di residenza, una nascita o altri avvenimenti importanti. Nell’ambito del Piano d’azione per l’eGovernment, la Commissione intende istituire uno sportello digitale unico che garantisca un agevole accesso online a informazioni sul mercato unico e avviare un’iniziativa per digitalizzare ulteriormente la governance e il diritto societario nonché aggiornare il quadro europeo di interoperabilità.
Sulla base del DESI (2017), la Commissione europea ha poi elaborato la sua Revisione intermedia 2017 dell’attuazione della strategia per il meracto unico digitale. Ma in cosa consiste questa strategia?
III. – LA STRATEGIA UE PER IL MERCATO UNICO DIGITALE E LA SUA REVISIONE (2017) – Nel maggio 2015, la Commissione europea ha elaborato una strategia per il Mercato unico digitale [COM(2015) 192] che prevede di realizzare profonde riforme tramite 16 azioni chiave, basate su tre pilastri:
1) Migliorare l’accesso dei consumatori e delle imprese ai beni e servizi digitali in tutta Europa, tramite: Proposte legislative su norme contrattuali transfrontaliere semplici ed efficaci a favore di consumatore e imprese (2015)– Revisione del Regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (2016) – Misure sulla consegna dei pacchi (2016) – Analisi a tutto campo in preparazione di proposte legislative sul problema dei geoblocchi ingiustificati (2015) – Indagine sulla concorrenza nel settore del commercio elettronico, vertente sulla cessione online di merci e sulla prestazione di servizi (2015) – Proposte legislative per riformare il regime del diritto d’autore (2015) – Revisione della direttiva sulla trasmissione via satellite e via cavo (2015-2016) – Proposte legislative per ridurre l’onere amministrativo gravante sulle imprese a causa dei diversi regimi dell’IVA (2016)
2) Creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi, tramite: Proposte legislative per riformare le vigenti norme sulle telecomunicazioni (2016) – Revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi (2016) – Analisi globale del ruolo delle piattaforme nel mercato, compresi contenuti illeciti su internet (2015) – Revisione della direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche (2016) – Istituzione di un partenariato pubblico-privato contrattuale sulla cibersicurezza (2016)
3) Massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale, tramite: Iniziative in tema di proprietà dei dati, libero afflusso dei dati (ad es. tra prestatori di cloud computing) e nuvola informatica europea (2016) – Adozione di un Piano per le norme prioritarire nel settore delle TIC e ampliamento del Quadro europeo di interoperabilità per i servizi pubblici (2015) – Nuovo Piano di azione per l’e-Governement, comprensivo di un’iniziativa sul principio di “una tantum” e di un’iniziativa finalizzata all’interconnessione dei registri delle imprese (2016).
La strategia del 2015 ha indicato il percorso che l’UE deve seguire per creare un ambiente digitale adeguato, in cui viene garantito un elevato livello di rispetto della vita privata e di protezione dei dati personali e dei diritti dei consumatori, in cui le imprese possono innovare e competere, e in cui la sicurezza informatica rafforza la trama che unisce le nostre società.
REVISIONE INTERMEDIA UE (2017) DELLA STRATEGIA PER IL MERCATO UNICO DIGITALE – Con la sua Revisione intermedia dell’attuazione della strategia per il mercato unico digitale, la Commissione europea ha offerto una panoramica dello stato di avanzamento della strategia adottata nel maggio 2015. Per chi volesse leggerla, stiamo parlando di questo documento:
· COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sulla revisione intermedia dell’attuazione della strategia per il mercato unico digitale “Un mercato unico digitale connesso per tutti”, COM(2017) 228 final
La revisione si conclude con un “Appello a rimanere concentrati sui grandi temi che richiedono una risposta comune; e sui notevoli investimenti – in infrastrutture e competenze – che possono creare le condizioni che consentiranno agli Stati membri, alle imprese e ai cittadini di innovare e cogliere i frutti della digitalizzazione”. Il coordinamento transfrontaliero in materia di spettro radio è una componente essenziale per un Internet per tutti. Senza di esso, le reti 5G e i nuovi servizi che esse rendono possibili (le automobili connesse, l’assistenza sanitaria a distanza, le città intelligenti e lo streaming video quando ci si sposta) non potranno funzionare in modo efficace. Per dotare l’Ue di reti di telecomunicazioni di ata qualità e veloci è essenziale che gli stati membri continuino ad avere un approccio coordinato alla politica in materia di spettro radio. I settori principali in cui occorrono ulteriori interventi risultano essere l’economia dei dati, la sicurezza informatica, e le piattaforme online.