Si conclude con successo “Stonewallsforlife”, l’iniziativa che ha recuperato e messo in sicurezza 6 ettari di terrazzamenti nelle Cinque Terre. Il progetto combatte il dissesto idrogeologico causato dall’abbandono agricolo, trasformando il patrimonio storico in resilienza territoriale. Nelle Cinque Terre, i caratteristici muri a secco non sono solo un simbolo del paesaggio e del patrimonio culturale, ma si sono rivelati un’arma strategica contro l’instabilità idrogeologica e il cambiamento climatico.
Il progetto Stonewallsforlife (LIFE18 CCA/IT/001145), co-finanziato dall’Unione Europea, si avvia alla conclusione dopo aver conseguito risultati significativi. L’iniziativa è nata per contrastare la fragilità diffusa, provocata dall’abbandono delle pratiche agricole tradizionali che, negli ultimi 60 anni, ha portato a fenomeni franosi e all’instabilità dei sistemi di drenaggio nelle aree terrazzate.
Coordinato dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, il progetto ha avuto l’obiettivo di recuperare e mantenere 6 ettari di terrazzamenti e le relative opere idrauliche.
Il recupero di queste aree agricole ha avuto un duplice impatto di valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale e costruzione di una strategia sostenibile per l’adattamento ai cambiamenti climatici, utilizzando le tradizionali tecniche costruttive come barriera naturale contro il dissesto.
Il successo di Stonewallsforlife è frutto di un’ampia collaborazione che ha coinvolto il Dipartimento DISTAV dell’Università di Genova, la Fondazione Manarola Cinqueterre Onlus, ITRB Group, Legambiente APS e il partner spagnolo Diputaciò Barcelona, quest’ultimo fondamentale per garantire la replicabilità del modello in altri territori europei che condividono problemi legati al terrazzamento.
Fonte: Ministero dell’Ambiente